Sopito – almeno per il momento – il dibattito sui lavori di adeguamento dell’ospedale Jazzolino, a Vibo Valentia l’attenzione si sposta sul nuovo nosocomio che, per come comunicato dal governatore della Calabria e commissario ad acta alla sanità, Roberto Occhiuto, sarà pronto per il 2026.
Il punto dei lavori
Ad oggi che punto sono i lavori? A fare il punto della situazione è stato l’ingegnere Francesco Tarsia, dirigente ad interim dell’Unità operativa autonoma “Investimenti sanitari – edilizia sanitaria” del Dipartimento regionale salute e welfare. “Si stanno ultimando le fondamenta – ha riferito Tarsia – e nel mese di aprile si inizierà a lavorare sulla struttura in elevazione”. Sostanzialmente, tra circa un mese comincerà a prendere corpo l’edificio del nuovo ospedale.
Il progetto
I lavori in corso, come rimarcato dal dirigente regionale, attengono al secondo stralcio del progetto esecutivo. Finora, infatti, si è proceduto “a stralci” per accelerare i tempi in quanto, approvati gli elaborati del progetto definitivo nel luglio 2022, infatti, era stato stabilito che alcune integrazioni, modifiche e altre osservazioni esposte nei rapporti di verifica fossero assunte nel progetto esecutivo. Per evitare, quindi, che qualcuna di queste modifiche potesse rallentare l’iter, si è deciso di validare il progetto in più tempi.
Allo stato, comunque, per il completamento dell’opera non ci sarà bisogno di ulteriori stralci, in quanto il progetto esecutivo “finale” è stato licenziato dalla Regione e depositato all’Ufficio urbanistica del Comune di Vibo Valentia per il titolo abilitativo. I tecnici comunali stanno vagliando il progetto: da quanto si ventila tra i corridoi di palazzo Luigi Razza, qualche prima osservazione sembra esservi già, ma ci sono ancora due mesi buoni per definire la situazione. Quanto alla copertura economica (190 milioni di euro) è stato il sindaco di Vibo, Enzo Romeo, a interfacciarsi nei mesi scorsi con la Regione, ottenendo rassicurazioni: le risorse sono sufficienti. Si incrociano le dita, dunque, affinché non ci siano intoppi e il nuovo ospedale, dopo vent’anni di attesa, possa finalmente vedere la luce.