Milano corre, frenetica e inarrestabile. Le sue strade non conoscono pause, i suoi ritmi scandiscono vite che si muovono tra ambizioni, opportunità e sfide quotidiane. Eppure, in questa metropoli che accoglie comunità da ogni angolo d’Italia e del mondo, c’è chi porta dentro qualcosa di più forte di qualsiasi distanza: l’appartenenza a una terra che non si dimentica. Sono i vibonesi di Milano.
Giovani e meno giovani che hanno lasciato le colline, il mare e i vicoli di Vibo Valentia per inseguire un futuro che il territorio, troppo spesso, non riesce ancora a garantire. Ma non sono partiti per voltare pagina. Sono partiti portando con sé le pagine più belle: i profumi della loro terra, le storie dei nonni, il sapore del pane caldo della domenica mattina, quella maniera unica di sentirsi vicini anche quando la vita ti sparpaglia.
Fare comunità è resistere, costruire, non arrendersi
L’emigrazione è una storia antica per la Calabria, una regione che ha visto partire generazioni intere. Ma oggi l’emigrazione ha un volto diverso: non è più solo quella dei treni stipati e delle valigie di cartone. È quella dei voli low cost, dei gruppi WhatsApp, delle videochiamate alla mamma che resta a casa. È quella di chi parte con una laurea in tasca e la speranza di non doversi accontentare, di poter costruire qualcosa che valga.
Eppure, nonostante la modernità abbia cambiato le forme, il sentimento resta identico: la nostalgia. Una nostalgia che non è rimpianto sterile, ma carburante per costruire qualcosa di nuovo. Perché fare comunità, per i vibonesi lontani da casa, non significa solo ritrovarsi davanti a un aperitivo per raccontarsi le giornate milanesi. Significa creare una rete di sostegno, di amicizia, di collaborazione. Significa sapere che c’è sempre qualcuno che comprende la tua storia senza bisogno di troppe spiegazioni, qualcuno che sa cosa vuol dire portare dentro il peso e la bellezza di un territorio straordinario ma complicato.
Da Vibo a Milano, senza perdere l’identità
Qui, nel cuore pulsante del Nord Italia, i vibonesi possono essere una presenza che valorizza, che unisce, che fa sentire rappresentata un’identità ovunque vadano. Conservare e tutelare il valore della propria identità, rinsaldare i rapporti con la Calabria: non è un discorso retorico, ma una pratica quotidiana. Ogni incontro diventa un ponte tra passato e presente, tra ciò che si è stati e ciò che si vuole diventare.
Essere una comunità non vuol dire chiudersi in un recinto nostalgico, ma portare il meglio della propria cultura e della propria umanità in un luogo nuovo, condividendolo con chi ci circonda. Vuol dire ricordare che le radici non sono catene che trattengono, ma fondamenta solide da cui crescere insieme. Vuol dire che Vibo, con le sue contraddizioni e le sue meraviglie, continua a vivere anche lontano da casa, negli occhi di chi è partito ma non ha mai smesso di appartenerle.
Una Vibo che ce la fa, anche da lontano
La comunità vibonese di Milano è la prova che si può partire senza tradire. Che si può costruire una vita altrove senza dimenticare chi si è. Che si può portare avanti il nome e l’orgoglio di una terra che, nonostante tutto, ha ancora molto da dare. Questi giovani, spesso con un livello di istruzione elevato, rappresentano un patrimonio importante non solo dal punto di vista numerico, ma anche sociale ed economico, fortemente legato alla terra di origine dalla quale si aspettano attenzione e considerazione.
Grazie
A tutti voi che siete lì, tra i grattacieli e le opportunità di una città che non dorme mai, grazie. Grazie per ciò che portate: la voglia di stare insieme, la forza del territorio vibonese, il desiderio sincero di farlo vivere anche a chilometri di distanza. Continuate a costruire una comunità che sia autentica, accogliente e capace di lasciare un segno. Proprio come la nostra Vibo sa fare quando le si dà una possibilità. Perché Vibo non è solo un luogo da cui partire. È un’identità da portare con sé, sempre. E voi ne siete la dimostrazione più bella.
