3 Dicembre 2025
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Calabria

Staff, indennità, portaborse e consulenze: quanto costa davvero il Consiglio regionale ai calabresi

Tra segretari, collaboratori, autisti, dirigenti, garanti e incarichi esterni, la macchina politica di Palazzo Campanella muove ogni anno milioni di euro. Un sistema legittimo ma imponente

In Calabria la politica costa, e costa molto più di quanto la maggior parte dei cittadini immagina. Dietro ogni consigliere regionale c’è una piccola squadra di segretari, collaboratori, autisti e tecnici; dietro ogni gruppo politico una quota mensile che alimenta strutture, stipendi e indennità. Un sistema legittimo, previsto dalle leggi regionali, ma che nel suo insieme muove cifre imponenti. Basta scorrere gli importi per capire che il funzionamento del Consiglio regionale non è soltanto attività legislativa: è una macchina estesa e costosa, che assorbe ogni anno milioni di euro tra staff, dirigenti, consulenze e organismi di garanzia.

La cornice è quella della XIII legislatura, inaugurata l’11 novembre scorso. Trentuno consiglieri, maggioranza e opposizione, ciascuno dotato di una propria “struttura speciale”, cioè uno staff politico-amministrativo che li affianca nelle attività istituzionali. Il sistema è identico in tutte le regioni italiane, ma nei numeri calabresi il peso della macchina assume una dimensione che merita di essere raccontata.

I costi dell’Ufficio di Presidenza

Al vertice dell’istituzione c’è il Presidente del Consiglio, Salvatore Cirillo, eletto con 23 voti. La sua struttura speciale è la più articolata: tra segretari particolari al 50%, responsabili amministrativi, collaboratori esperti, autisti part-time, portavoce e personale interno comandato o assegnato, la spesa complessiva senza oneri riflessi supera i 663.815,56 euro. Il solo capo di gabinetto raggiunge una retribuzione complessiva di 194.892,95 euro, sempre nei limiti del tetto nazionale. La vicecapo arriva 125.498,35 euro. Il portavoce, figura centrale della comunicazione istituzionale, percepisce 55.442,52 euro, mentre i collaboratori collegati al suo ufficio si attestano a 12.472,68 euro ciascuno.

Il magazine istituzionale Calabria On Web: chi paga e quanto costa

Indennità, missioni, rimborsi mensa autisti e compensi dei collaboratori del magazine istituzionale “Calabria On Web” completano un quadro complesso, ma difficilmente conoscibile da chi non lavora all’interno del Palazzo. Diretto politicamente dal Presidente del Consiglio, la redazione è composta da una serie di collaboratori giornalisti, ciascuno remunerato con 1.374,18 euro mensili. Le rubriche tematiche prevedono 200 euro a pubblicazione, oltre IVA e contributi. Il regolamento stabilisce inoltre compensi minimi per contributi più brevi: 30 euro per una recensione di libri e 60 o 90 euro per articoli più lunghi.

I consulenti esterni al servizio del Presidente del Consiglio

Tra le voci più tecniche, ma non meno rilevanti, ci sono gli incarichi esterni conferiti ai sensi della legge regionale 13/96. Gli atti dell’Ufficio di Presidenza nominano avvocati e professionisti che percepiscono 1.727 euro al mese, oltre Iva, da agosto a dicembre 2025.
Si tratta di consulenze legittime, inquadrate nelle attività istituzionali, ma raramente note ai cittadini.

I costi delle strutture dei capigruppo

La stessa architettura si ripete per ciascun gruppo politico. Il capogruppo del Partito Democratico dispone di una struttura che totalizza 186.876,16 euro, cui si aggiunge la quota fissa prevista dalla legge regionale per il personale dei gruppi, pari a 45.355,62 euro per ciascun consigliere. Per Fratelli d’Italia, il capogruppo mette in campo una struttura da 166.619,64 euro, mentre il gruppo “Occhiuto Presidente” arriva a 165.670,92 euro.
La Lega presenta una spesa di 88.746,64 euro, la stessa cifra per il gruppo dei supplenti di Forza Italia. Ogni gruppo politico riceve inoltre un finanziamento stabile calcolato mensilmente: Forza Italia con 8 consiglieri ha un budget annuo di 362.844,96 euro, il PD 181 mila, Fratelli d’Italia altrettanti, la Lega 136 mila, mentre le liste più piccole – Movimento 5 Stelle, Tridico Presidente, Noi Moderati – oscillano tra 90 e 181 mila euro l’anno.
L’intero sistema dei gruppi consiliari assorbe 1.580.512,18 euro annui, tra contributi, personale, Irap e oneri previdenziali.

Dagli autisti ai collaboratori: la geografia delle retribuzioni

Poi ci sono i collaboratori di ogni singolo consigliere regionale, i cosiddetti “portaborse”: segretario particolare al 50%, responsabile amministrativo al 50%, collaboratore esperto al 50%, autista al 50%. Si tratta di figure regolamentate dal CCNL Funzioni Locali 2022-2024 o dal contratto dei dipendenti regionali, talvolta in comando da altre amministrazioni. Le cifre sono costanti: un segretario particolare al 50% percepisce 20.386,32 euro;
un collaboratore esperto al 50% prende 16.737 euro; un autista al 50% arriva a 14.353,44 euro; un autista al 100% sale a 28.707 euro. Le strutture più grandi dispongono anche di responsabili amministrativi al 100%, come accade in diversi uffici, con retribuzione base di 40.772,64 euro. Accanto a loro compaiono dipendenti del Consiglio che, assegnati alle strutture politiche, sommano la propria retribuzione tabellare a una componente aggiuntiva chiamata Compenso Interno, in genere compresa tra 14 e 16 mila euro.

Quanto guadagnano i vertici della burocrazia regionale

La macchina burocratica, spesso invisibile al dibattito pubblico, rappresenta una delle porzioni più consistenti dell’impalcatura finanziaria dell’istituzione. Il Segretario Generale percepisce una retribuzione tabellare di 47.015,77 euro, una posizione di 81.350,62, un risultato di 43.644,57, più l’ulteriore indennità prevista dall’art. 17 della legge regionale 8/96 pari a 62.715,56 euro. Il totale, su base annua, lo colloca vicino al tetto massimo stabilito dalla normativa nazionale di 240.000 euro. Accanto a lui, il Direttore Generale percepisce gli stessi importi tabellari e di posizione. Seguono dirigenti di area, settori in interim, responsabili della protezione dati, della prevenzione della corruzione, della transizione digitale: figure che oscillano tra 62.713,62 euro e 77.782,07 euro di posizione, con risultati tra 37.307,92 e 42.261,26 euro.

I garanti regionali e gli organismi di tutela: costi da oltre un milione

Tra le spese più rilevanti figurano gli organismi di garanzia, figure previste dalla legge regionale che svolgono funzioni di tutela collettiva: la Commissione Pari Opportunità, il Garante per l’infanzia, quello per i diritti dei detenuti, il Garante delle persone con disabilità, il Difensore Civico, il Garante della salute, l’Autorità per i diritti degli animali, fino al Garante per le vittime di reato, introdotto nel 2023. Le indennità sono standardizzate: 15.300 euro annui per ciascun garante, mentre le spese di funzionamento oscillano tra 20.064 e 50.000 euro a seconda della struttura. La Commissione Pari Opportunità arriva a 157.740 euro annui. Complessivamente, il capitolo dedicato agli organismi di garanzia prevede 1.404.676 euro per il 2026.

Un sistema imponente ma normato

Sommando voci, incarichi, indennità e contributi, si ottiene un quadro chiaro: la politica regionale, così come disciplinata dalla legge, ha un costo elevato ma perfettamente normato. Non emergono irregolarità, né anomalie: tutte le cifre derivano da leggi regionali, contratti collettivi, delibere dell’Ufficio di Presidenza e regolamenti interni. Resta però la fotografia di una macchina istituzionale imponente, che continua a pesare in modo significativo sui cittadini calabresi, tra strutture, indennità e funzioni di supporto che, pur legittime, incidono profondamente sulle risorse pubbliche.

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