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4 Dicembre 2025
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Curve richiuse, fiamme alimentate: la battaglia tra società e tifosi si fa sempre più serrata a Cosenza

La mossa di Guarascio di richiudere le curve vanifica di colpo il lavoro in corso di Gualtieri. Il tifo organizzato promette di far sentire la propria voce anche fuori dallo stadio

Il “Marulla” torna a chiudere i settori caldi del tifo: le curve torneranno a non avere tagliandi in vendita già dalla prossima partita contro il Picerno. Dopo settimane di compromessi e mediazioni, la scelta societaria segna l’ennesimo passo indietro che rischia di vanificare quanto stava faticosamente cercando di costruire Salvatore Gualtieri. La Tribuna A resta l’unico settore popolare fruibile, ma il messaggio è chiaro: la gestione di Guarascio torna a scontrarsi con i tifosi, riaccendendo una tensione mai sopita.

Guarascio e il compromesso infranto

Poco tempo fa, da parte della società, erano arrivati segnali di riavvicinamento nei confronti della tifoseria. Curve riaperte, dialogo con alcune figure societarie e messaggi atti a ricostruire un rapporto ormai ai minimi termini. Oggi si torna al punto di partenza. Il lavoro meticoloso del direttore generale Salvatore Gualtieri, volto a ridurre distanze e incomprensioni, viene prontamente smantellato da decisioni apicali percepite come arbitrarie e prive di scrupoli. Una frattura tra società e tifosi ormai impossibile da ricomporre.

Il grido dei tifosi

Gli “Anni Ottanta” Cosenza hanno risposto senza esitazioni: “Puoi farci piangere ma non puoi farci cedere. Noi siamo il fuoco sotto la cenere“. Non si tratta solo di una protesta sportiva, ma di un richiamo all’identità e alla dignità di chi ama la maglia nonostante le difficoltà. Il loro impegno continuerà anche fuori dallo stadio, a dimostrazione che la passione non scende a compromessi.

Numeri contro identità

La società valuta costi e numeri, i tifosi difendono appartenenza e fedeltà con una protesta ormai giunta a metà della stagione. Le curve vuote non misurano l’amore dei tifosi, che continua a respirare nella loro resistenza quotidiana, nei piccoli gesti di sostegno alla squadra. Lo dimostra la costante presenza in trasferta, nelle quali i supporters rossoblù sono immancabili.

Il calcio oltre lo stadio

Ancora una volta, chiudere le curve non spegne la voce della città. Il Cosenza appartiene ai cosentini, non a chi decide senza ascoltare convito di poter disporre arbitrariamente della passione di chi ama il Cosenza. La vera partita resta quella di difendere l’identità e la passione di un popolo, ricordando che la forza di una squadra risiede soprattutto nella sua gente.

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