Il “Marulla” torna a chiudere i settori caldi del tifo: le curve torneranno a non avere tagliandi in vendita già dalla prossima partita contro il Picerno. Dopo settimane di compromessi e mediazioni, la scelta societaria segna l’ennesimo passo indietro che rischia di vanificare quanto stava faticosamente cercando di costruire Salvatore Gualtieri. La Tribuna A resta l’unico settore popolare fruibile, ma il messaggio è chiaro: la gestione di Guarascio torna a scontrarsi con i tifosi, riaccendendo una tensione mai sopita.
Guarascio e il compromesso infranto
Poco tempo fa, da parte della società, erano arrivati segnali di riavvicinamento nei confronti della tifoseria. Curve riaperte, dialogo con alcune figure societarie e messaggi atti a ricostruire un rapporto ormai ai minimi termini. Oggi si torna al punto di partenza. Il lavoro meticoloso del direttore generale Salvatore Gualtieri, volto a ridurre distanze e incomprensioni, viene prontamente smantellato da decisioni apicali percepite come arbitrarie e prive di scrupoli. Una frattura tra società e tifosi ormai impossibile da ricomporre.
Il grido dei tifosi
Gli “Anni Ottanta” Cosenza hanno risposto senza esitazioni: “Puoi farci piangere ma non puoi farci cedere. Noi siamo il fuoco sotto la cenere“. Non si tratta solo di una protesta sportiva, ma di un richiamo all’identità e alla dignità di chi ama la maglia nonostante le difficoltà. Il loro impegno continuerà anche fuori dallo stadio, a dimostrazione che la passione non scende a compromessi.
Numeri contro identità
La società valuta costi e numeri, i tifosi difendono appartenenza e fedeltà con una protesta ormai giunta a metà della stagione. Le curve vuote non misurano l’amore dei tifosi, che continua a respirare nella loro resistenza quotidiana, nei piccoli gesti di sostegno alla squadra. Lo dimostra la costante presenza in trasferta, nelle quali i supporters rossoblù sono immancabili.
Il calcio oltre lo stadio
Ancora una volta, chiudere le curve non spegne la voce della città. Il Cosenza appartiene ai cosentini, non a chi decide senza ascoltare convito di poter disporre arbitrariamente della passione di chi ama il Cosenza. La vera partita resta quella di difendere l’identità e la passione di un popolo, ricordando che la forza di una squadra risiede soprattutto nella sua gente.




