Con il decreto n. 315 del 5 dicembre 2025, la Regione Calabria ridisegna la mappa delle assunzioni nella sanità pubblica. Il provvedimento, firmato dal commissario ad acta Roberto Occhiuto e dai subcommissari Iole Fantozzi ed Ernesto Esposito, approva i Piani dei Fabbisogni di Personale e i Piani delle Assunzioni 2025 per tutte le Aziende del Servizio Sanitario Regionale. L’atto prevede un incremento complessivo di circa 10,1 milioni di euro sul costo del personale stimato al 31 dicembre 2025, portando il budget del personale a circa 1,2 miliardi di euro su base annua.
Non si tratta di una pioggia di soldi libera da vincoli: il decreto ricorda che la Calabria resta incardinata nel Piano di rientro dai disavanzi sanitari e che la spesa per il personale deve rispettare i limiti fissati dalle norme nazionali e dal Programma Operativo 2022-2025, che impone di muoversi sul filo del rasoio tra fabbisogno reale e sostenibilità dei conti.
Vibo Valentia: incremento sopra la media, ma ultima per dimensione del budget
Guardando dentro la tabella allegata al decreto, il quadro è chiaro. Per l’Asp di Vibo Valentia la proiezione di spesa per il personale al 31 dicembre 2025 passa da 76.574.242 euro a 77.262.061 euro, grazie a un’integrazione di 687.819 euro, pari a un incremento di circa 0,9%. È un aumento in linea – e in alcuni casi leggermente superiore – rispetto ad altre realtà: Cosenza cresce di circa lo 0,8% (da 276,27 a 278,47 milioni con 2,2 milioni in più), Catanzaro di circa lo 0,7% (da 170,37 a 171,55 milioni), Reggio Calabria di circa l’1,05% (da 169,09 a 170,86 milioni con 1,77 milioni aggiuntivi), Crotone di circa lo 0,4% (da 99,43 a 99,83 milioni).
Il punto però non è solo la percentuale. È la base di partenza. Vibo, anche dopo l’incremento, resta di gran lunga l’Asp con il budget complessivo più basso della Calabria. Il gap con i grandi poli – Cosenza oltre i 278 milioni, Reggio e Catanzaro sopra i 170 milioni – resta enorme. Il decreto riconosce formalmente l’uso di un criterio di “equità” per distribuire il budget residuo verso le aziende più carenti di personale, ma nella pratica il peso della dimensione demografica, della produzione ospedaliera e del numero di posti letto attivi continua a giocare contro la provincia vibonese.
Fabbisogni, vincoli di spesa e il caso Vibo
Il provvedimento ricorda che i Piani dei Fabbisogni sono stati ricalcolati sulla base della metodologia fissata dal Dca 192/2019, incrociando dati sul personale in servizio, cessazioni, produzione ospedaliera e specialistica, oltre al numero di posti letto attivi rilevati dal flusso NSIS HSP12. A questo si aggiunge il vincolo rigido dell’articolo 11 del decreto-legge 35/2019, che lega la spesa per il personale al livello del 2018, considerato in forma aggregata a livello regionale, comprensivo di oneri riflessi, Irap, contratti a termine, collaborazioni e forme di lavoro flessibile.
Tradotto: anche se su alcuni territori il fabbisogno sarebbe più alto – e Vibo è da anni indicata come area critica – la Regione non può “spingere” oltre una certa soglia senza violare i tetti fissati dal Piano di rientro. Il decreto lo dice esplicitamente: la valorizzazione complessiva dei fabbisogni trasmessi dalle aziende, pur compatibile con i vincoli nazionali, non rientra nei limiti programmati del Piano Operativo 2022-2025 e del piano economico 2025-2027, costringendo a una limatura verso il basso delle richieste iniziali. In questo quadro, l’incremento dello 0,9% per Vibo Valentia è insieme un piccolo passo avanti e l’ennesima conferma che il territorio continua a muoversi ai margini di un sistema che privilegia – per struttura e per peso – le grandi aziende provinciali.
Emergenza-Urgenza e 118: la nuova metodologia Agenas
Una parte rilevante del decreto si concentra sulle aree più delicate del sistema: Emergenza-Urgenza, Pronto Soccorso e servizio 118. Già con il DCA 12 del 22 gennaio 2025, richiamato nell’atto, la Regione aveva applicato la nuova metodologia Agenas per calcolare il fabbisogno degli infermieri e del personale nei pronto soccorso, proprio a partire dall’esperienza dell’Asp di Vibo Valentia, individuata come caso pilota per l’adeguamento dei parametri.
Il decreto 315 rafforza questa impostazione: per il servizio 118 viene data separata evidenza del fabbisogno, tenendo conto delle disposizioni sul potenziamento delle Centrali Operative Nord e Sud e delle Centrali Operative Territoriali previste dal DM 77/2022, in coerenza con il Piano Operativo 2022-2025 e con l’incremento dell’offerta territoriale. È qui che l’integrazione di personale dovrebbe tradursi – almeno nelle intenzioni – in più turni coperti, minor ricorso alle cooperative e maggiore continuità assistenziale nei territori periferici.
Per Vibo, territorio complesso per orografia e dispersione dei centri abitati, la sfida è evidente: trasformare le nuove risorse in più ambulanze operative, pronto soccorso meno sotto organico, maggiore presenza sul territorio. Il rischio contrario è che i numeri restino sulla carta, mentre le carenze nella quotidianità dei servizi continuano a farsi sentire.
Azienda Zero, graduatorie e Piani di Sviluppo: cosa succede adesso
Il decreto conferma il ruolo centrale dell’Azienda Zero, l’ente di governance della sanità calabrese, che dovrà gestire il reclutamento del personale, anche attingendo alle graduatorie vigenti a tempo indeterminato delle altre aziende, per assunzioni sia a tempo indeterminato sia a tempo determinato, in linea con le circolari e la nota applicativa del 29 febbraio 2024.
Un passaggio importante è la richiesta alle aziende – Asp di Vibo inclusa – di trasmettere entro 30 giorni i propri Piani di Sviluppo Aziendali. In questi documenti dovranno indicare quali unità operative intendono attivare o potenziare, con quale cronoprogramma e con quale impatto in termini di produzione e fabbisogno di personale. Solo dopo questa fase di istruttoria i piani del fabbisogno potranno essere progressivamente integrati nel triennio successivo, cristallizzando gli effetti nell’esercizio 2026 e seguenti.
Tutto dovrà essere sottoposto a un monitoraggio periodico da parte della Regione con il supporto di Azienda Zero, per verificare che il personale venga effettivamente collocato dove serve e che non vi siano sacche di inefficienza o unità di personale non riallocabili che pesano sul conto economico senza tradursi in servizi reali per i cittadini.
Un passo avanti per Vibo, ma il divario resta
Mettendo insieme i numeri e le premesse del decreto, il quadro per Vibo Valentia è ambivalente. Da un lato, l’Asp ottiene un incremento percentuale tra i più significativi del sistema, con quasi 688 mila euro in più su un budget che sfiora i 77,3 milioni. È un segnale di riconoscimento delle carenze di organico e delle fragilità strutturali del territorio che arriva dopo il vertice in Prefettura e le vibranti proteste delle associazioni e dei comitati civici.
Dall’altro lato, però, la provincia resta schiacciata dal confronto con i grandi centri: Cosenza, Reggio e Catanzaro attraggono volumi di risorse enormemente superiori, e anche Crotone, pur con un incremento minore, mantiene un budget complessivo ben più alto di quello vibonese. Per i cittadini e gli operatori sanitari vibonesi, la vera domanda resta aperta: questi numeri basteranno a trasformare il rafforzamento sulla carta in più medici, infermieri e operatori nei reparti e nei servizi territoriali, o il territorio continuerà a restare la periferia della periferia?










