Un’ occasione per guardarsi negli occhi e capire cosa fare, subito, non domani. Lamezia Terme ragiona di sicurezza e legalità in una manifestazione promossa dal Partito Democratico a cui han partecipato tante qualificate associazioni, ciascuna con i propri rappresentanti apicali. Perché il momento è delicato, e la cappa d’inquietudine talmente pesante da schiacciare l’atmosfera natalizia, che da queste parti è sempre stata un forte attrattore commerciale.
Un territorio ferito dagli episodi criminosi
Tanti, troppi gli episodi criminosi che hanno colpito attività economiche , e non solo, in un lasso temporale troppo breve per non far preoccupare. “Si vive con la paura per il domani – sussurra qualche imprenditore – Sembra una situazione sfuggita di mano”.
Ma le forze sociali , o almeno parte buona di esse, ci sono, e non intendono abbassare né testa né guardia. La posta in gioco è altissima: il futuro della città snodo della Calabria, che non può permettersi di subire inerme un’escalation criminale come quella in corso.
Gli anticorpi della città: Stato e magistratura
Ma gli anticorpi sono buoni: la Lamezia di adesso non è Foggia, dove lo Stato sta faticando tantissimo per sconfiggere la racketkrazia imposta a suon di pizzo. “Qui, magistratura e forze dell’ordine han lavorato bene – fa notare Mariateresa Morano dell’associazione antiracket – Per questo bisogna essere fiduciosi per il futuro immediato”.
Ed è vero, perché il dispositivo che da anni opera nella città della piana, è di assoluta qualità, come dimostrato dalle tante iniziative giudiziarie che hanno disarcionato famiglie e gang criminali. “Lo Stato conosce il terreno di gioco, grazie al lavoro compiuto dalla locale procura e dalla Dda“.
La politica deve fare sistema
Ora però c’è da fare sistema in ambito politico. “Alla criminalità organizzata va opposta una politica organizzata“, ha mirabilmente affermato Don Giacomo Panizza della Progetto Sud. Dello stesso tenore, il pensiero di Nuccio Iovene, presidente della Fondazione Trame, amaro nel ricordare l’idiozia (il termine è del cronista, che non ne aveva altri per riassumere il concetto), perché di questo si tratta, di quanti, negli anni, criticarono il festival dei libri sulle mafie (Trame) “reo” di sporcare l’immagine della città. Idiozia, appunto, che fa a cazzotti con i tempi duri che la città vive, in attesa di un’ offensiva dello Stato che ci sarà. Tutti ne sono sicuri.
Associazioni, imprese e comunità in prima linea
Intanto l’associazionismo di qualità farà la sua parte, forte anche di un protocollo siglato in Prefettura. Lo assicurano Giuseppe Cotroneo (Confcommercio) e Andrea Parisi (Confesercenti), particolarmente attivi nella tutela della sicurezza delle attività commerciali, anche di quelle piccole, che restano un valore reale di Lamezia Terme.
La battaglia deve essere di tutti, guai a dividersi, come auspicato da Vittorio Paola e Francesco Carito, rispettivamente Segretario e vice del PD cittadino, ma anche da Massimiliano Serrao (Azione) e Olinda Suriano (Movimento 5 Stelle), che hanno voluto sottolineare la centralità delle agenzie educative per lanciare un’ offensiva culturale alla subcultura criminale.
La politica non può voltarsi dall’altra parte
Peccato che non tutta la ‘cittadella’ politica abbia compreso la delicatezza del momento.
Eppure l’interrogazione parlamentare che Nicola Irto ha indirizzato al ministro degli interni Piantedosi è un allarme serio e fondato, da cui si aspettano risposte.











