22 Maggio 2025
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Calabria

Lotta alla mafia, Libera e il CSV presentano a Catanzaro il progetto “Da Beni confiscati a Beni Comuni”

L'obiettivo principale è quello di promuovere un percorso di formazione, rivolto agli enti del Terzo Settore, sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata

Il sindaco Nicola Fiorita ha portato il suo saluto alla iniziativa con cui Libera Calabria e il CSV Calabria Centro hanno presentato il progetto “Da Beni confiscati a Beni Comuni. I beni confiscati alle mafie come opportunità di sviluppo culturale, sociale ed economico”. L’evento è stato organizzato in occasione del 29esimo anniversario dell’approvazione della Legge 109/96, sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Il progetto intende promuovere un percorso di formazione sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata rivolto agli enti del Terzo Settore presenti nella regione.

Fiorita: “Riaffermare la legalità”

«Sono felice di trovarmi tra persone con cui ho vissuto molte esperienze in momenti diversi della mia vita – ha detto Fiorita – e tra queste, Libera è parte importante della mia biografia personale, dei miei valori, di come intendo la legalità e di molte delle cose che penso tutt’ora, mentre ho l’onore e l’onere di guidare il governo del Capoluogo. Penso che anche se negli ultimi anni la lotta alla mafia ha occupato un po’ meno spazio sulle prime pagine, non è venuta meno l’esigenza di riaffermare, particolarmente nella nostra terra, il desiderio ineludibile di legalità, di rifiuto di ogni sopruso, di contrasto al crimine organizzato».

La questione dei beni confiscati

«Dentro questo percorso – ha aggiunto il sindaco – la questione dei beni confiscati è a mio avviso decisiva, perché consente di restituire beni alla collettività dimostrandole al contempo che essi possono essere utilizzati in maniera virtuosa e redditizia per il bene comune. In una certa sub cultura che conosciamo bene, tante volte alligna l’idea grezza che la mafia possa dare lavoro. Aggredire i patrimoni criminali, fare di tutto perché siano messi a disposizione della comunità è quindi uno strumento formidabile nella costruzione di un immaginario diverso tra la nostra gente. Lo dico anche perché ho avuto la fortuna di vivere direttamente l’esperienza dell’Università della Memoria e della Ricerca che a Limbadi è nata proprio su un bene confiscato alla cosca Mancuso. Di quella esperienza ho fatto tesoro e sono molto felice di incrociare oggi, sia pure in una veste diversa, questo che è quindi il mio mondo; così come sono contento che Catanzaro viva questo momento e che l’impegno continui, in questo caso sul fronte della formazione per l’utilizzo dei beni confiscati. La sfida – ha concluso Fiorita – è tra le più impegnative, perché i percorsi vanno costruiti, mantenuti vivi e fatti durare nel tempo. Ma è anche una delle sfide più significative della Calabria diversa che vogliamo costruire».

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