Una presidenza storica e una decisione inaspettata. Ornella Nucci ha segnato un traguardo storico diventando la prima donna alla guida di un Ordine forense in Calabria.
Dopo due anni alla presidenza del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, il più numeroso della regione, ha deciso di lasciare l’incarico.
La sua scelta ha innescato reazioni e polemiche, soprattutto da parte del gruppo di consiglieri legati al suo predecessore, Vittorio Gallucci, che ha presentato un ricorso al Consiglio Nazionale Forense. Secondo l’opposizione, la dimissione della Nucci celerebbe una preannunciata “staffetta” con un altro consigliere.
Il motivo delle dimissioni
In un’intervista, la presidente Nucci ha chiarito le ragioni della sua decisione. «Se dovessi riassumerlo in due parole, direi che ho deciso di dimettermi per senso di responsabilità. Sono una persona che pretende molto da sé stessa e credo che nella vita non ci si debba far governare dagli eventi, ma guidarli. In questo momento, mi trovo coinvolta nella fase dibattimentale di un processo di rilievo nazionale, che mi porta spesso fuori sede e richiede un grande impegno. Questo non mi permette di svolgere il mio ruolo con la necessaria presenza».
Un ruolo che non si può delegare
Per Nucci, la presidenza non è solo una questione di rappresentanza, ma richiede autorevolezza, dedizione e responsabilità. «Forse sono una visionaria, ma il ruolo di un presidente non è fatto solo di vetrine e lustrini. È impegno, tutela degli iscritti, costruzione di rapporti con le associazioni forensi e la magistratura. È metterci la faccia, sempre. Alcuni aspetti non possono essere delegati, neanche quando la squadra è la migliore».
Tra dovere e servizio
Nella lettera di dimissioni inviata ai consiglieri, Ornella Nucci ha ribadito il suo concetto di presidenza come servizio, mentre la professione rappresenta per lei un dovere. «Quando i due impegni non sono conciliabili, deve essere il servizio a cedere il passo al dovere. Il resto è solo chiacchiericcio da cortile».
Una decisione netta, che chiude un’esperienza significativa e apre nuove riflessioni sul futuro della guida dell’Ordine forense di Cosenza.