All’alba di oggi la Piana di Gioia Tauro è tornata teatro di violente aggressioni ai danni di cacciatori. In due distinti episodi, sette uomini provenienti da Reggio Calabria sono stati fermati, minacciati e derubati dei loro fucili da caccia da gruppi armati e mascherati.
Il fenomeno, già noto nel Reggino, sembrava essere stato contenuto negli ultimi anni grazie all’attività delle forze dell’ordine. Ma nelle ultime settimane è riesploso con modalità sempre più violente.
Agguato sulla provinciale Rosarno–Laureana: banditi armati di fucili e pistole
La prima rapina si è verificata nei pressi di Laureana di Borrello, lungo la strada provinciale che collega il paese a Rosarno. Un’auto con a bordo quattro uomini incappucciati, armati di pistole e fucili, ha costretto due vetture con cinque cacciatori a fermarsi.
Una volta bloccati, i banditi hanno minacciato i presenti, costringendoli a consegnare le armi da caccia. Si tratta di una zona già colpita di recente: nello stesso tratto, il mese scorso, altri cacciatori erano stati assaliti con modalità ancora più pesanti, con raffiche di Kalashnikov sparate contro i motori degli automezzi per impedirne la fuga.
Secondo blitz a Melicucco: altri due cacciatori derubati
Il secondo episodio è avvenuto più tardi a Melicucco, dove un altro gruppo di uomini armati e mascherati ha bloccato due cacciatori, costringendoli a consegnare i loro fucili. Anche in questo caso la dinamica è stata fulminea e particolarmente aggressiva.
Le rapine, avvenute a breve distanza di tempo e nello stesso territorio, fanno temere un’azione organizzata e coordinata.
Il ritorno di un fenomeno che preoccupa il Reggino
Le aggressioni ai cacciatori non sono una novità nella Piana di Gioia Tauro, un’area che negli ultimi anni era stata sorvegliata con efficacia, riducendo nettamente gli episodi violenti.
Il 2025 segna però un inquietante ritorno del fenomeno, con gruppi di banditi che non esitano a utilizzare armi pesanti per assaltare cittadini disarmati e sottrarre fucili da caccia, probabilmente destinati al mercato illegale o ad attività criminali.
L’allarme torna dunque altissimo, mentre si attendono le prime mosse delle forze dell’ordine per individuare gli autori delle rapine e ristabilire la sicurezza in un territorio che, ancora una volta, si ritrova esposto alla violenza armata.












