5 Novembre 2025
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Il caso Cotronei e il retroscena di Pegna: “Per portare gli Aerosmith in Calabria chiesero due milioni di euro”

L’organizzatore più autorevole della musica dal vivo in Calabria parla senza filtri del “caso Cotronei”, della gestione del denaro pubblico e della mancanza di visione nel settore dei grandi eventi

Una regione davvero meritocratica gli avrebbe già affidato la delega ai grandi eventi, poiché lui sa come realizzarli e come generare indotto economico vero, non solo quello che origina dalla pur dignitosissima vendita dei panini con la porchetta. Ma la nostra è una terra che, sovente, dà pane a chi non ha i denti (e le capacità), come dimostra la triste storia degli incarichi.

Con 40 anni di esperienza nella produzione di spettacoli, anche fuori dai ‘patri’ confini, Ruggero Pegna non è solo un competente, ma una umiliazione vivente per tutti gli improvvisati del settore, alcuni dei quali dilapidano denaro pubblico da postazioni istituzionali, mentre lui con le stesse somme saprebbe fare miracoli. Di sicuro farebbe ben altro rispetto a certe vetrinacce pacchiane che durano il tempo di una festa comandata e non portano il becco di un turista — a meno che per turista non si intenda quello che prende la macchina da Botricello per andare a Catanzaro a vedere vecchie glorie con la voce in pensione da dieci anni, oggi sorrette dagli immondi artifizi dell’autotune.

A Pegna, dotato di un corredo dialettico sanguigno e scomodo, abbiamo chiesto un’opinione sul caso Cotronei, che in questi giorni ha “giovato” alla narrazione della Calabria in una misura tale che ci vorrà un milione di anni per aggiustarla un po’. Poi però gli abbiamo chiesto anche una consulenza, che lui ci ha donato gratuitamente: un esercizio di umiltà che dovrebbero compiere molti amministratori digiuni di “teoria e pratica” del grande evento, ma molto bravi invece nella coltivazione dell’amichettismo, garanzia di flop.

– Ruggero, il caso Cotronei, con la mancata realizzazione del museo dedicato a Tyler, ha assunto una valenza planetaria. Che idea te ne sei fatto?

“Non conosco i dettagli del progetto, né tantomeno quelli alla base dell’indagine in corso, sui quali farà luce la magistratura. Mi limito sinteticamente ad alcune considerazioni sul progetto, per quanto letto sulla stampa. Un milione e trecentomila euro di contributo regionale, se è così, è un investimento importante, quanto la valenza di un Museo se, realmente, progettato con contenuti tali da diventare attrattore turistico e culturale. E’ da capire cosa ci sarebbe finito dentro e come sarebbe stato gestito. Un Museo del rock con qualche chitarra, foto o ricordo esclusivamente di Steven Tyler, credo che sarebbe stato un po’ povero rispetto all’investimento e, anche, di interesse. Bisognerebbe conoscere cosa l’artista avrebbe potuto offrire al museo. Ad esempio, a Catanzaro l’avvocato Piergiorgio Caruso, appassionato e grande conoscitore di musica a livello mondiale, ha realizzato il Museo del Rock, che raccoglie moltissimo materiale di grande interesse, peraltro ben esposto, ma non credo proprio che abbia speso una tale somma. Io stesso ho un ufficio che raccoglie la storia dei grandi live nazionali e internazionali in Calabria, con materiale unico e strettamente legato alla nostra regione… Ci sarebbe anche da capire se questo importo fosse destinato esclusivamente alle opere murarie e agli arredi e, se così fosse, essendo soldi regionali, diventati comunali, lo stesso Ente sarebbe stato legittimato a fare le opportune analisi costi/benefici e, ancor prima, le valutazioni tecniche, nel localizzare l’Opera. Perché non è stato realizzato nel palazzo del nonno, problemi di costi d’esproprio, oppure strutturali e statici? Altre valutazioni tecnico – finanziarie per renderlo agibile quale locale aperto al pubblico? In ogni caso, credo che una scelta diversa da quel Palazzo non possa essere oggetto di denunce. E’ altresì strana la richiesta dell’artista di consentire la denominazione con il suo nome solo al Palazzo di famiglia. Se vuol essere ricordato e fare un dono al paese d’origine, credo che fomentare questa polemica sia stato un grosso danno. Altra cosa, se poi sull’uso del danaro pubblico sono stati commessi reati. In fondo, se Tyler/Tallarico avesse voluto effettivamente ristrutturare il palazzo del nonno, avrebbe potuto contribuire privatamente, essendo un palazzo privato.”

– Al di là di quello che sarà l’accertamento della verità, rimane il fatto che l’immagine della Calabria ne esce a pezzi, altro che nuova narrazione della nostra terra.

“Beh, casi di cattiva gestione di danaro pubblico sono all’ordine del giorno in ogni regione d’Italia. Certamente è un caso particolare, alimentato da chi ha creato, a mio parere, un problema superabile di mera localizzazione dell’opera. Dalla bega fomentata da artista e familiari sulla mancata localizzazione nel luogo richiesto, sarebbero emerse irregolarità tutte da provare. Mi auguro che sia solo presunzione di reati e tutto venga chiarito, riducendosi ad una questione strettamente paesana.”

– Tu hai portato in Calabria decine di mostri sacri, da Santana ad Elton John, passando per Sting, Tina Turner, Mark Knopfler, Simple Minds, Simply Red, Nick Mason lo scorso anno, George Benson e molti altri. E’ vero che avevi tentato di portare gli Aerosmith di Tyler in Calabria?

“Sì, come volevo portare Tony Bennet, altro artista di fama mondiale originario di Reggio Calabria, oppure Steven van Zandt, chitarrista di Springsteeen originario di Lamezia. Purtroppo, al di là delle dichiarazioni di sentimenti verso i luoghi d’origine, poi per fare i concerti subentrano i management con enormi cachet e costosissime richieste tecniche. Quando sentii le dichiarazioni di Steven Tyler sulla volontà di effettuare un concerto gratis a Cotronei, ho cercato di verificare effettivamente tale possibilità. Ovviamente, per un suo concerto ho inteso quello degli Aerosmith, non una cantatella da solo e con la zia in piazza, stile festa patronale, ponendomi comunque il problema di una location adeguata per una band da grandi numeri. La risposta che ho ricevuto, tra sorrisi di scherno, è stata che un tale concerto sarebbe costato oltre due milioni di euro, cifra che mi ha fatto desistere dall’idea.”

– Tu sei uno dei promoter più affermati d’Italia, dammi una tua idea di promozione.

“Continuiamo a spendere soldi per finanziare film e filmetti che al botteghino incassano l’equivalente di una spesa familiare dal fruttarolo, forse bisognerebbe puntare di più sul concertone, che rimane e sarà sempre una grande calamita di pubblico con tutto quanto ne consegue in termini di indotto economico. Non mi permetto di giudicare gli investimenti nel cinema, settore che non conosco e sul quale investono quasi tutte le regioni. È chiaro, bisognerebbe investire su opere di reale promozione, come può essere Sandokan, che vedremo presto su Rai1, evitando di sostenere film che mostrano belle foto di Calabria, ma nei contenuti ne devastano l’immagine, tipo quelli su ‘ndrangheta e criminalità. Ricordo un film sulla Guardia Costiera che, sì, faceva vedere le bellezze della nostre costa, ma allo stesso tempo raccontava al mondo che il nostro mare è pieno di rifiuti e la Calabria piena di malviventi. Ci saranno pure verità in queste storie, ma personalmente eviterei di farne un uso controproducente con soldi pubblici. Per quanto riguarda la tua domanda relativa ad un grandissimo concerto, stile U2, per capirci, più che contributi ci sarebbe bisogno di realizzare a Lamezia, nei pressi del nodo di comunicazione più importante della regione, un’Arena da 70mila, 80mila posti, cioè delimitare un’area capace di ospitare tanta gente, senza bisogno di costosi spalti o altro. Gli Idays a Milano si svolgono all’ippodromo, tutti in piedi, magari seduti sull’erba nell’attesa che il live cominci.”

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