Dopo il ricorso amministrativo al Tar Lazio, il gruppo “Ricorrenti di Calabria”, aderente al movimento nazionale Ordinaristi 2023, ha deciso di intraprendere anche la via penale. È stata infatti depositata una querela presso la Procura competente per una lunga serie di presunte violazioni della legalità e della trasparenza nella gestione del concorso per dirigenti scolastici bandito ai sensi del D.M. 13 ottobre 2022, n. 194 (D.D. n. 2788/2023).
Le accuse: prove estratte senza testimoni e violazione dell’anonimato
Tra le irregolarità denunciate dai ricorrenti, emergono numerosi aspetti che sollevano forti dubbi sulla regolarità dell’intera procedura concorsuale. Si segnala, innanzitutto, che le prove sarebbero state estratte 48 ore prima dell’esame e in assenza di testimoni, in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente. A ciò si aggiunge la violazione dell’anonimato degli elaborati, un principio cardine che garantisce l’imparzialità nella valutazione.
I candidati contestano anche l’utilizzo di codici normativi non ammessi durante la prova scritta, un’irregolarità che ha portato alla scoperta – da parte dei ricorrenti – di intere parti copiate da tali codici all’interno degli elaborati di alcuni candidati risultati poi idonei. Ulteriori criticità riguardano la griglia di valutazione adottata, ritenuta non coerente con le tracce proposte, e le incongruenze rilevate tra gli orari di correzione degli elaborati e la redazione del verbale di scioglimento dell’anonimato, con il sospetto che i nominativi degli ammessi alla prova orale fossero già noti alla commissione prima del completamento delle procedure previste.
Sospetti su commissione e griglia di valutazione
La querela punta il dito anche sulla commissione giudicatrice calabrese, che – secondo i ricorrenti – presenterebbe ipotesi di incompatibilità. Alcuni commissari, infatti, avrebbero firmato atti pubblici durante la fase di correzione, in evidente conflitto con la funzione ricoperta.
Contestata inoltre la griglia di valutazione adottata, che includeva criteri riferiti a contenuti non richiesti in due delle tracce proposte. Un’anomalia che ha suscitato dubbi sulla omogeneità e oggettività della valutazione: “Alcuni candidati potrebbero essere stati premiati su aspetti non richiesti, mentre altri penalizzati”, sottolineano i firmatari.
La Procura chiamata a fare chiarezza
Gli esponenti del gruppo calabrese si sono affidati all’avvocato Massimo Romano del Foro di Napoli per il deposito della querela, allegando documentazione ottenuta tramite accesso agli atti. L’obiettivo è fare piena luce su quella che definiscono “una procedura opaca e fortemente compromessa nei principi di imparzialità e legalità”.
I ricorrenti: “Serve rispetto della Costituzione”
“La richiesta di intervento da parte della magistratura inquirente è un atto dovuto nei confronti di tutti coloro che credono fermamente nei principi cardine della Costituzione”, affermano i Ricorrenti di Calabria. “Il merito – aggiungono – deve essere valutato in modo oggettivo e inoppugnabile, soprattutto in una procedura che seleziona le figure verticistiche della scuola pubblica”.




