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12 Dicembre 2025
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La cosca Arena faceva affari nel gaming: sequestrati beni per 600mila euro a due esponenti del clan (VIDEO)

Case, polizze e un’auto sono finiti sotto sequestro in un nuovo filone dell’inchiesta “Jonny”, che aveva svelato la penetrazione del clan nel settore delle scommesse online

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Nuovo capitolo dell’inchiesta sul presunto impero economico riconducibile alla cosca Arena. Il Tribunale di Catanzaro – Misure di Prevenzione, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro di beni per circa 600.000 euro nei confronti di due persone considerate, fino al 2019, intranei al gruppo criminale. I militari del Servizio Centrale Ico e della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno eseguito i provvedimenti nelle scorse ore.

Il sequestro ha riguardato immobili, polizze assicurative e un’autovettura. I due destinatari sono considerati soggetti con “pericolosità sociale qualificata”, in quanto indiziati di appartenenza ad associazione mafiosa. Si tratta di misure cautelari, che saranno ora vagliate nel contraddittorio dinnanzi al tribunale.

L’ombra dell’operazione “Jonny”

I due uomini erano già finiti nel mirino nel 2017 nell’ambito dell’operazione “Jonny”, che aveva acceso i riflettori sulla commistione tra affari e clan nel settore del gaming. Secondo le ricostruzioni investigative, la cosca Arena avrebbe consolidato una posizione dominante nella raccolta delle scommesse online, anche attraverso modalità considerate illecite. Uno dei due è deceduto durante il processo, mentre l’altro è stato condannato di recente – sentenza non definitiva – nel giudizio di rinvio davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro. Le indagini economico-patrimoniali, condotte dal Gico e dal Servizio Centrale Ico, avrebbero messo in luce una forte sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore dei beni riconducibili ai due soggetti.

Sequestri per oltre 9 milioni ai soggetti collegati

Il nuovo provvedimento si inserisce in un quadro più ampio: gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno infatti portato, nei mesi scorsi, a sequestri per oltre 9 milioni di euro nei confronti di altre persone coinvolte nella stessa filiera investigativa. Tutti i decreti sono stati adottati ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. 159/2011 e costituiscono passaggi preliminari dei procedimenti di prevenzione ancora in corso, destinati a stabilire se vi siano i presupposti per l’eventuale confisca.

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