E’ stato revocato il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, delle società Food & More S.r.l. e Paoletti S.p.a., entrambe con sede legale a Montepaone, riconducibili all’imprenditore Paolo Paoletti, di Soverato, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Catanzaro, nome in codice “Ergon“, per aver sfruttato i propri dipendenti e rispetto al quale è in corso il giudizio abbreviato (LEGGI).
Sequestro illegittimo
Il gup Mario Santoemma ha parzialmente accolto la richiesta dei difensori Sergio Rotundo e Francesco Gambardella sul presupposto che il sequestro ha colpito un patrimonio da commisurarsi in misura spropositata, di ben 12 volte superiore, rispetto all’indebito arricchimento dell’imputato. Un sequestro, quindi, illegittimo perché ha violato, secondo il giudice per le udienze preliminari, il criterio di proporzionalità ed adeguatezza che ne legittima l’uso, considerando che l’importo va calcolato non in base all’entità delle somme dovute a vario titolo dall’interessato, ma al profitto che questi abbia ricavato dalle condotte che gli sono imputate. “Se allo stato- scrive il giudice nell’ordinanza- le richieste risarcitorie vengono commisurate in circa 1 milione, anche a voler desumere un profitto superiore ad esse, giammai potrà pervenirsi al valore delle aziende parti a circa 12milioni”.
No alla restituzione aziendale
A questo deve aggiungersi che l’imputato, attualmente ai domiciliari, dopo aver parzialmente ammesso gli addebiti, ha già formulato proposte risarcitorie nei confronti dei lavoratori sfruttati proprio nell’ottica di una continuità aziendale e in questa prospettiva ha lasciato che le sue attività continuassero ad operare con le proprie fideiussioni personali, il cui ritiro avrebbe immediatamente provocato la perdita definitiva di molti posti di lavoro. Alla revoca del sequestro, però, non consegue la restituzione aziendale. Per il gup si “vanificherebbe ogni cautela sulla prosecuzione di condotte illecite di sfruttamento che vanno assolutamente impedite anche al fine di non consentire all’imputato di lucrare il profitto dello sfruttamento e renderebbe complessa la realizzazione delle pretese risarcitorie dei lavoratori sfruttati”.
Il controllo giudiziario a tutela dei lavoratori
Il giudice ha disposto in luogo del sequestro, il controllo giudiziario dell’azienda per la durata di tre anni, diretto ad evitare situazioni di sfruttamento e a risanare quelle già messe in atto, nominando come amministratori gli avvocati Francesco Mazza e Carmelo Cosentino con il preciso compito di controllare il rigoroso rispetto delle norme di legge, il contratto collettivo nei rapporti di lavoro e il puntuale risarcimento dei danni per le accertate condizioni di sfruttamento.



