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18 Dicembre 2025
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Soldi in cambio di telefoni e agevolazioni detentive nel carcere di Crotone: ecco chi sono i 16 indagati (NOMI)

Un sistema di presunte complicità scoperto dalla Procura. Al centro dell’indagine un agente addetto ai colloqui, arrestato, e un giro di denaro consegnato tramite i familiari dei detenuti

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Avrebbe ottenuto o si sarebbe fatto promettere somme di denaro con la complicità di detenuti e dei loro familiari, agevolando in carcere l’ingresso di cellulari, divulgando informazioni coperte da segreto d’ufficio, introducendo all’interno dell’istituto penitenziario di Crotone apparecchi telematici che avrebbero consentito ai detenuti di avere rapporti con l’esterno. È quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Crotone, coordinata dal procuratore capo Domenico Guarascio, che ha portato il gip Assunta Palumbo a disporre una misura cautelare in carcere nei confronti della guardia penitenziaria Giuseppe Giaquinta, 52 anni di Crotone. Contestualmente è stato disposto il sequestro preventivo su tutti i beni (denaro, beni mobili come gioielli, conti correnti, veicoli, immobili, società) per un valore complessivo di 8.400 euro.

I nomi di tutti gli indagati

L’indagine conta complessivamente 16 indagati. Si tratta di: Leonardo Passalacqua, 26 anni di Crotone; Rocco Marchio, 32 anni di Crotone; Domenico Passafaro, 32 anni di Isola Capo Rizzuto; Lucia Torromino, 32 anni di Isola Capo Rizzuto; Roberto Foglia, 59 anni di Crotone; Antonio Gaetano, 43 anni di Crotone; Antonio Crugliano, 29 anni di Crotone; Donatello Mancuso, 34 anni di Crotone; Francesco Aloe, 31 anni di Cariati; Silvana Pignalosa, 63 anni di Crotone; Veronica Fazio, 29 anni di Strongoli Marina; Pasquale Graziano, 30 anni di Crotone; Giuseppe De Leo, 35 anni di Cirò Marina; Giuseppe Posca, 43 anni di Crotone; Patrizia De Meco, 43 anni di Crotone; Francesca Nita, 31 anni di Isola Capo Rizzuto.

Le ipotesi accusatorie

Un’inchiesta che svela il modus operandi della Guardia Penitenziaria Giuseppe Giaquinta che, sfruttando il ruolo ricoperto all’interno del carcere con mansione di addetto ai colloqui, sarebbe riuscito ad ottenere la fiducia dei detenuti, inducendoli a consegnare denaro tramite i familiari in cambio di agevolazioni detentive o di un suo interessamento per le loro vicende giudiziarie.

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