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10 Dicembre 2025
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Strage silenziosa, l’allarme Reporter: “In un anno uccisi 67 reporter giornalisti”

Nel bilancio annuale dell’associazione si evidenzia che quasi metà muore a Gaza, “colpita dal fuoco israeliano”

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Il nuovo rapporto di Reporter senza frontiere (RSF) registra un dato che interrompe la tregua degli ultimi anni: 67 giornalisti uccisi tra il 1° dicembre 2024 e il 1° dicembre 2025. Una cifra tornata a crescere, segnale di un contesto internazionale dove lavorare da reporter significa essere esposti a rischi sempre più letali.

Gaza epicentro della violenza

Quasi la metà delle vittime è stata registrata nella Striscia di Gaza, territorio che RSF descrive come uno dei più pericolosi al mondo per la stampa. Molti reporter sarebbero stati uccisi “sotto il fuoco delle forze israeliane”, in un quadro che l’associazione definisce allarmante e incompatibile con il diritto all’informazione in zona di conflitto.

“Non muoiono: vengono uccisi”

RSF parla apertamente di “pratiche criminali” da parte di forze armate regolari, gruppi irregolari e criminalità organizzata. La formula usata nel rapporto – “i giornalisti non muoiono, vengono uccisi” – vuole sottolineare la natura intenzionale di molte aggressioni, spesso mirate a silenziare voci scomode o a controllare la narrazione di guerra.

Un lavoro sempre più sotto tiro

Tra conflitti, repressioni statali e violenze criminali, la professione giornalistica continua a essere cruciale ma tragicamente esposta. RSF ribadisce la necessità di protezioni effettive per chi documenta i fatti sul campo, ricordando che senza informazione libera non esistono democrazie solide.

* ANSA

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