“Oggi la Calabria si è fermata. Si è fermata per piangere, per stringersi, per abbracciarsi. Per salutare Chiara Garofalo e Antonio Graziadio, due vite luminose, spezzate troppo presto sulla maledetta Statale 106“. Lo afferma l’organizzazione di volontariato “Basta vittime sulla Strada Statale 106”.
Il dolore di un’intera comunità
“La basilica di Santa Maria del Lauro – prosegue l’organizzazione – non è bastata a contenere il dolore: centinaia di persone sono rimaste fuori, in silenzio, unite come un’unica grande famiglia ferita. Le bare bianche, adagiate una accanto all’altra, coperte da rose dello stesso colore, raccontavano – senza bisogno di parole – il legame profondo che univa Chiara e Antonio. Un amore giovane, tenero, che oggi tutta la comunità custodisce come un dono sacro. Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano e vice presidente della CEI, nella sua omelia ha ricordato che quello vissuto oggi è un “cenacolo di lacrime”: un luogo di dolore, sì, ma anche di legami che restano, di un amore che – nelle sue parole – “è ormai sacro, intessuto dentro la nostra comunità”.
Il sindaco Iacobini: “Due fiori preziosi”
“Ai giovani presenti – dichiara – ha lasciato un messaggio forte, che pesa nel cuore: “Chiara e Antonio vi consegnano un testimone prezioso. Non vivete da spettatori. Non accontentatevi di versioni low-cost della felicità. Non sprecate la vita”. Anche il sindaco Gianpaolo Iacobini ha invitato tutta la comunità a restare unita, a sostenere le famiglie, a non lasciare nessuno solo in questo cammino di dolore. Ha definito Chiara e Antonio “due fiori preziosi”, tra i figli migliori di Cassano”.
L’impegno dell’organizzazione
“Oggi, ancora una volta, – conclude l’organizzazione – la Calabria ha dimostrato la sua forza: la forza di condividere il dolore, la forza di farsi famiglia, la forza di trasformare il lutto in un impegno comune. Un impegno che anche noi rinnoviamo, come Organizzazione di Volontariato: affinché nessun altro giovane perda la vita sulla Statale 106, affinché nessun’altra famiglia debba vivere un dolore così crudele, affinché il ricordo di Chiara e Antonio continui a guidarci nella nostra battaglia di civiltà. Per Chiara. Per Antonio. Per le loro famiglie. Per una Calabria che vuole vivere e non morire sulle strade“.



