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10 Dicembre 2025
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Commissione di Vigilanza, il Pd denuncia la “bulimia di potere” della maggioranza calabrese

Forte la denuncia per la decisione del centrodestra di lasciare la Presidenza della Commissione di Vigilanza in mano alla maggioranza, compromettendo trasparenza e controllo democratico

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Quanto sta accadendo oggi in Calabria è scandaloso. Il Presidente Occhiuto continua a portare avanti il suo mandato con un atteggiamento assolutamente discutibile, contrario ai principi della democrazia e della partecipazione”, afferma il capogruppo del PD, Ernesto Alecci.

Secondo il consigliere, dopo le imposizioni legate alla figura del consigliere supplente, all’aumento degli assessori e alla creazione di due nuovi posti di sottosegretario, anche la Presidenza della Commissione di Vigilanza, da prassi riconosciuta alla minoranza, resterà nelle mani della maggioranza di centrodestra.

La Commissione di Vigilanza, strumento di trasparenza

Alecci sottolinea il ruolo cruciale della Commissione: “Svolge attività di studio e controllo sugli atti di programmazione della Regione e delle aziende collegate, verificando l’efficacia della legislazione regionale rispetto agli obiettivi prefissati”.

Il centrodestra ha scelto di trasformare un organo di controllo in un trofeo da spartire, calpestando regole di civiltà istituzionale per sete di poltrone”, aggiunge il consigliere.

Differenze tra centrosinistra e centrodestra

Secondo il PD, il centrosinistra, quando ha governato, ha sempre rispettato la prassi democratica, affidando la Presidenza della Commissione alla minoranza. “Quella commissione non è una poltrona, ma uno strumento di garanzia e trasparenza”, spiega Alecci.

Al contrario, secondo Alecci, il centrodestra “non ha rispettato questa prassi“, rischiando di annullare ogni possibilità di verifica sulle decisioni del Governo regionale e compromettendo la dialettica politica naturale.

Il Gruppo PD chiede un ripensamento

Il PD calabrese conclude: “Ci auguriamo che nei giorni che ci separano dall’ufficialità delle nomine ci possa essere un ripensamento, in favore dei principi fondamentali della democrazia, della trasparenza e della partecipazione”.

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