11 Agosto 2025
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Addio a Ludovico Peregrini, il leggendario “Signor No” di Rischiatutto

Si è spento a 82 anni in Bretagna il volto storico della tv italiana: dagli esordi con Pippo Baudo al sodalizio quarantennale con Mike Bongiorno, tra quiz, musica e Festival di Sanremo

La televisione italiana perde uno dei suoi volti più iconici. È morto Ludovico Peregrini, conosciuto da tutti come il “Signor No” di Rischiatutto. Aveva 82 anni e si è spento in Bretagna, circondato dall’affetto della moglie Nicou e delle figlie Sofia e Anna. “Fino all’ultimo – hanno raccontato i familiari – è rimasto pieno di curiosità e leggerezza, felice di aver tenuto compagnia a milioni di italiani con i suoi programmi”.

Dalla laurea in Lettere alla tv con Pippo Baudo

Nato a Como il 27 giugno 1943, Peregrini si era laureato in Lettere alla Cattolica di Milano prima di approdare in Rai grazie a un amico. Il debutto televisivo avvenne con Settevoci, lo storico programma di Pippo Baudo, ma la svolta arrivò nel 1970 quando iniziò la collaborazione con Mike Bongiorno per Rischiatutto.

Il custode delle regole: nasce il “Signor No”

In Rischiatutto, Peregrini divenne il custode inflessibile del regolamento, rifiutando ogni deroga richiesta dal conduttore. Da quella rigidità nacque il soprannome di “Signor No”, che lo rese amatissimo dal pubblico.

Una carriera tra quiz, Sanremo e canzoni

Oltre a Rischiatutto, ha lavorato in programmi come Scommettiamo?, Flash, La Ruota della Fortuna, Bravo Bravissimo e Chi vuol essere milionario? con Gerry Scotti. Con Bongiorno firmò il Festival di Sanremo 1997. Fu anche autore di brani per Mino Reitano, Toto Cutugno e Mina, nonché voce storica di Bis e Telemike. Nel 2016 tornò in tv con Fabio Fazio per il remake di Rischiatutto.

Il ricordo di Fabio Fazio

Ludovico era una persona speciale – ha detto Fabio Fazio – abbiamo condiviso stima e sincero affetto. Nel 2016 lo riportai in tv per una ricostruzione filologica di Rischiatutto, e appena entrato in studio mi disse: ‘Sono scioccato, sembra davvero di essere tornato lì’. L’unica differenza era il colore, perché noi lo ricordavamo in bianco e nero”.

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