Un documento firmato oggi al Mimit segna un primo passo verso la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. L’accordo, sebbene non sia ancora l’atteso “accordo istituzionale di programma” sollecitato dal ministro Adolfo Urso, conferma l’introduzione di forni elettrici in sostituzione degli attuali altiforni. All’incontro hanno partecipato rappresentanti ministeriali, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, i Comuni di Taranto e Statte e altri enti locali. La grande novitร รจ il possibile coinvolgimento del porto calabrese di Gioia Tauro per la localizzazione degli impianti Dri.
I punti fermi dell’accordo
L’intesa prende atto del nuovo bando di gara pubblicato il 6 agosto e conferma la realizzazione di fino a tre forni elettrici. Tuttavia, il documento non entra nel dettaglio su alcuni punti cruciali. Il tema degli impianti Dri (preridotto), necessari per alimentare i forni, รจ stato rimandato a una fase successiva. ร stata esclusa, almeno per ora, la discussione sulla nave di rigassificazione, inizialmente prevista per garantire l’approvvigionamento energetico. La questione del gas, stimato in 5 miliardi di metri cubi annui, sarร affrontata in un nuovo tavolo di confronto dopo il 15 settembre. Nel documento si riafferma anche la necessitร di una figura commissariale per la reindustrializzazione del territorio e si accolgono le richieste del Comune di Taranto su compensazioni ambientali e sociali per i residenti.
L’ipotesi Gioia Tauro per gli impianti Dri
La novitร piรน rilevante riguarda la possibile localizzazione degli impianti Dri. Tra le ipotesi sul tavolo, emerge con forza quella che gli impianti vengano realizzati fuori da Taranto, e in particolare a Gioia Tauro. Questa possibilitร รจ al vaglio in relazione alla disponibilitร energetica e logistica del porto calabrese. La decisione finale dipenderร dall’esito della gara in corso e dalla capacitร di garantire un adeguato approvvigionamento di gas. Al momento non รจ stata presa alcuna decisione definitiva.
Le reazioni del mondo produttivo e dei sindacati
L’accordo ha generato reazioni contrastanti. Per il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, si tratta di “un passo positivo che evita la chiusura dell’Ilva”. Di diverso avviso i sindacati, che si sono mostrati molto critici. Rocco Palombella della Uilm ha definito il documento “privo di tutele e certezze”, mentre Roberto Graziani e Marco Uliano di Fim Cisl e Cisl hanno parlato di una “pre-intesa deludente”, che non offre dettagli su tempi e risorse per il piano industriale. La prima riunione per l’accordo di programma vero e proprio รจ stata fissata per il prossimo settembre, dove si spera di ottenere risposte piรน concrete.