Venticinque anni fa, la notte del 10 settembre 2000, un’ondata di acqua e fango travolse il camping “Le Giare” a Soverato, lasciando una ferita profonda nella storia della città. Tredici vite furono spazzate via dalla furia di un’alluvione che segnò per sempre la memoria collettiva. Oggi, la comunità si prepara a commemorare quel tragico anniversario, non solo per onorare le vittime, ma anche per ribadire la propria resilienza.
Una giornata di dolore e solidarietà
Le celebrazioni previste oggi, inizieranno con una cerimonia solenne. Alle 17:30, cittadini e autorità si raduneranno presso il monumento a memoria delle vittime, in località “Turrati”. La deposizione di una corona sarà un momento di raccoglimento silenzioso, un tributo alle 13 persone che persero la vita in quella notte fatale. A seguire, alle 18:00, una Celebrazione Eucaristica presieduta da Monsignor Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro – Squillace, unirà la comunità nella preghiera e nel sostegno spirituale. La sua presenza, ha sottolineato la Curia, è un segno tangibile di vicinanza e solidarietà.
Memoria e futuro
“L’evento del 10 settembre 2000 ha rappresentato una profonda ferita per la nostra città,” ha dichiarato il sindaco di Soverato, “ma ha anche mostrato la straordinaria forza e solidarietà della nostra gente.” L’anniversario è un’occasione per riflettere sul passato, ma anche per guardare al futuro, onorando la memoria delle vittime e sostenendo le loro famiglie. La partecipazione di tutti è un gesto d’affetto verso una comunità che, dopo un quarto di secolo, non ha dimenticato.
Fiorita: “Una ferita mai rimarginata, un monito ad investire ogni energia nella prevenzione e nella sicurezza”
Dal canto suo, il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita sottolinea: “Sono trascorsi 25 anni da quella tragica notte che ha spezzato via, in un fiume di fango, tredici vite umane nel camping Le Giare a Soverato. Una sera di fine estate, che sarebbe dovuta rimanere nei ricordi come un momento di festa, ha segnato per sempre la memoria di un comunità che si ritrova, ogni anno, unita nel ricordo e nel dolore. Storie di famiglie, come quella dei volontari Unitalsi, che si intrecciano, ancora oggi, nel commemorare chi non c’è più, sottolineando lo straordinario altruismo di quanti, quella notte, sacrificarono finanche la propria vita per salvare quella degli altri. La vicenda Le Giare è una ferita che non si è mai rimarginata nel cuore e nella mente di chi l’ha vissuta, ma rappresenta, allo stesso tempo, uno spartiacque che, dal lontano 2000, guida le coscienze di noi tutti rispetto al tema complesso e sempre urgente del dissesto idrogeologico. Davanti alla fragilità del territorio calabrese, è doveroso che chi riveste ruoli di responsabilità, così come ogni singolo cittadino, investa ogni energia possibile nella cultura della prevenzione e della sicurezza. Il ricordo delle tredici vittime continua, da venticinque anni a questa parte, a rappresentare un monito affinché simili tragedie non si ripetano più, trasformando il dolore in coraggio, mettendo in campo azioni e comportamenti che guardano al bene delle future generazioni”.