Una “scossa e scontro” ha attraversato il Palazzo di Vetro, dove una decina di Paesi ha annunciato formalmente il riconoscimento della Palestina durante la Conferenza di alto livello sulla soluzione a due Stati, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita. Il diplomatico francese Emmanuel Macron, il primo a preannunciare la svolta di Parigi, ha guidato questo “push” diplomatico.
Prima di dichiarare solennemente il suo riconoscimento “in nome della pace”, Macron ha condannato gli attacchi di Hamas e rilanciato “la lotta esistenziale contro l’antisemitismo”. Il presidente francese ha affermato che “niente giustifica la guerra in corso a Gaza. Niente. Al contrario, tutto ci obbliga a porvi fine definitivamente”. Egli ha criticato l’espansione dell’operazione militare israeliana, che ha causato centinaia di migliaia di sfollati, feriti e affamati, nonostante un significativo indebolimento di Hamas. Parigi รจ pronta a contribuire a una “missione di stabilizzazione” a Gaza, ma ha subordinato l’apertura di un’ambasciata in Palestina al rilascio di tutti gli ostaggi e a un cessate il fuoco.
Oltre alla Francia, si sono uniti all’annuncio il Belgio, la Finlandia, il Lussemburgo, Malta, la Nuova Zelanda e San Marino, dopo che altri importanti Paesi occidentali come la Gran Bretagna, il Canada, l’Australia e il Portogallo lo avevano anticipato nei giorni scorsi. La Danimarca, invece, ha evocato un “cambio di posizione” non ancora precisato.
L’Europa divisa e il monito di Von der Leyen
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito il sostegno dell’Europa all’Autoritร Palestinese, definendola la “linfa vitale” con un pacchetto finanziario “senza precedenti” di 1,6 miliardi di euro. “Dobbiamo fare tutti di piรน”, ha dichiarato, annunciando la creazione di un Gruppo di Donatori per la Palestina. Ha definito la soluzione a due Stati la “bussola” per il futuro. “La tragedia a Gaza deve finire subito. E che gli ostaggi devono essere rilasciati. Ma porre fine alla guerra potrebbe non essere sufficiente, se non c’รจ un percorso verso la pace”, ha aggiunto.
L’iniziativa diplomatica ha evidenziato una divisione all’interno dell’Occidente. Sebbene l’Italia e la Germania abbiano firmato una precedente dichiarazione a favore della soluzione a due Stati, si sono astenute dal riconoscimento formale. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito che la Palestina “oggi non esiste e il cui futuro va costruito”, ritenendo la mossa “prematura”.
La dura reazione di USA e Israele e la “diplomazia” di Trump
La reazione di Stati Uniti e Israele รจ stata immediata e dura. Il Dipartimento di Stato statunitense ha liquidato la mossa degli alleati come “puramente simbolica”, insistendo sulla necessitร di una “diplomazia seria, non gesti da performance”. La Casa Bianca e il segretario di Stato Marco Rubio hanno definito il riconoscimento della Palestina “una ricompensa ad Hamas”. L’ambasciatore israeliano all’ONU, Danny Danon, ha liquidato le dichiarazioni come “vuote”, ribadendo che la prioritร รจ la restituzione degli ostaggi e la sconfitta di Hamas.
In questo scenario, Donald Trump emerge come un attore centrale. Secondo Fox News, Hamas gli avrebbe scritto una lettera chiedendo una tregua di 60 giorni a Gaza in cambio del rilascio della metร degli ostaggi, una proposta che verrร consegnata al tycoon in settimana. Trump, che interverrร al Palazzo di Vetro, ha giร annunciato che attaccherร le “istituzioni globaliste” e, secondo Reuters, potrebbe prendere di mira la Corte Penale Internazionale. Parallelamente, sta cercando di riunire un gruppo ristretto di leader del Golfo per un piano post-bellico, offrendo l’invio di truppe per una forza di stabilizzazione che sostituisca l’esercito israeliano.
Uno scontro che evidenzia il disallineamento occidentale
La mossa del riconoscimento, come in parte la guerra in Ucraina, evidenzia un clamoroso disallineamento tra gli Stati Uniti e una parte dell’Europa e, piรน in generale, dell’Occidente. Vari Paesi alleati stanno sfidando l’amministrazione statunitense, mentre i leader arabi hanno posto una “linea rossa” a Trump, minacciando di ritirarsi dagli Accordi di Abramo in caso di mancata pressione su Netanyahu per fermare la guerra e astenersi dall’annettere parti della Cisgiordania. La risposta di “Bibi” al riconoscimento della Palestina potrebbe arrivare proprio durante la sua visita alla Casa Bianca, con il presidente israeliano che chiederร il via libera al tycoon.
La conferenza ha visto anche la partecipazione del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, che ha sottolineato come la “sovranitร nazionale per i palestinesi รจ un diritto, non una ricompensa. E negarla sarebbe un regalo agli estremisti di tutto il mondo”, e di oltre 30 leader e ministri degli esteri, incluso Antonio Tajani.