Il Comitato “No Scippo”, forte del sostegno della Consulta del Commercio, Artigianato e Attività Produttive del Comune di Cosenza, alza il muro contro il progetto di spostamento del nuovo ospedale hub da Cosenza alla frazione di Arcavacata. L’opposizione è ferma e motivata: per le rappresentanze del capoluogo, questa decisione costituirebbe un grave atto di penalizzazione per la città e per l’intero suo sistema economico e sociale.
I lavori, introdotti dalla Presidente della Consulta, Maria Grazia Cavaliere, hanno messo in luce i rischi connessi all’allontanamento di un’infrastruttura vitale. “Cosenza vive anche grazie alla presenza di uffici pubblici, servizi sanitari e attività commerciali connesse,” ha sottolineato la Cavaliere. “Spostare l’ospedale significa colpire indirettamente centinaia di negozi, bar, ristoranti e piccole imprese che oggi gravitano intorno al presidio sanitario e al suo indotto.”
La scelta di Arcavacata: uno “scippo” economico e sociale
Sergio Nucci, del Comitato “No Scippo”, non usa mezzi termini, definendo l’operazione uno “scippo” che sottrae a Cosenza un’infrastruttura non solo sanitaria, ma anche economica e sociale. La proposta alternativa è chiara: “Un ospedale moderno e accessibile deve nascere dove esistono già servizi, collegamenti e una comunità che lo sostiene, ovvero a Vaglio Lise. Va bene il policlinico universitario ad Arcavacata ma l’ospedale hub resti a Cosenza,” ha ribadito Nucci.
Secondo i rappresentanti della Consulta del Commercio, il trasferimento prospettato rischia di desertificare ulteriormente il centro urbano, allontanando migliaia di persone quotidianamente e indebolendo un tessuto economico già in difficoltà.
Critiche all’autoritarismo e falsi problemi idrogeologici
Le voci critiche hanno toccato anche il metodo decisionale. Il dott. Mario Bozzo ha inquadrato lo “scippo” come la “logica conseguenza di un modo di governare autoritario e antidemocratico, dove ogni decisione è calata dall’alto e le persone anziché cittadini sono considerati sudditi.”
Decisa la replica anche sul presunto limite idrogeologico dell’area di Vaglio Lise. Il prof. Paolo Veltri, forte della sua esperienza universitaria, ha dichiarato che il limite individuato è un “falso problema”. “Ogni area con le conoscenze e le competenze attuali può essere trasformata in area idonea con opportuni interventi di messa in sicurezza. Parlare di rischio idrogeologico e non parlare delle soluzioni per attenuare il rischio è strumentale e pretestuoso,” ha chiarito Veltri.
Il dibattito ha visto numerosi interventi, tra cui quelli di Giannino Dodaro (Comitato Piazza Spirito Santo) e del dott. Serafino Conforti (Circolo culturale Saragat), che ha rimarcato la netta differenza tra ruoli e funzioni dei sanitari di un ospedale e quelli dei docenti universitari. Presenti anche Carlo de Gaetano e Rosa Principe per il comitato “no scippo”, esponenti del Comitato Riforma-Rivocati (Fragale, Tartoni e Gravina) e della Consulta (Sisca, Colucci e Perri). Il consigliere Ivan Commodaro ha garantito il suo pieno appoggio.
Proposta di consiglio comunale aperto
A conclusione dell’incontro, i partecipanti hanno concordato all’unanimità di richiedere al Presidente del Consiglio Comunale la convocazione di un consiglio aperto alla cittadinanza. L’obiettivo è garantire la più ampia partecipazione delle forze politiche, sociali, imprenditoriali e associative, affinché esprimano chiaramente la loro posizione sullo spostamento dell’ospedale ad Arcavacata.
“La salute e lo sviluppo non si spostano per decreto,” ha concluso Bozzo. “Cosenza non può essere privata del suo ruolo di centro sanitario e di riferimento territoriale. Che Arcavacata abbia il suo policlinico universitario ma che Cosenza resti sede dell’ospedale HUB. Non resteremo in silenzio davanti a questo scippo.”