Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo a un evento istituzionale, ha lanciato un monito forte e lucido sullo stato attuale dei rapporti internazionali.
“La forza è tornata a essere la misura delle relazioni tra gli Stati“, ha dichiarato, sottolineando come la scena mondiale stia vivendo una regressione verso logiche di potenza e conflitto.
“Serve più che mai – ha aggiunto – riscoprire il valore del dialogo, della mediazione e del rispetto del diritto internazionale“.
Un richiamo contro la deriva dei conflitti
Le parole del Capo dello Stato arrivano in un momento segnato dalle tensioni globali: dal conflitto in Ucraina alla crisi in Medio Oriente, passando per le nuove rivalità tra grandi potenze. Mattarella ha espresso preoccupazione per una “pericolosa normalizzazione dell’uso della forza“, che rischia di mettere in crisi il sistema multilaterale costruito dopo la Seconda guerra mondiale.
“Quando la forza torna a essere il criterio dominante, il diritto viene umiliato – ha ammonito –. E la pace diventa solo una parentesi tra un conflitto e l’altro“.
Il ruolo dell’Italia e dell’Europa
Nel suo intervento, il Presidente ha ribadito l’impegno dell’Italia a favore di una diplomazia attiva e coerente, fondata sulla cooperazione e sulla legalità internazionale.
“Il nostro Paese – ha detto – continuerà a operare con convinzione per favorire la distensione e la ricerca di soluzioni condivise. Non c’è sicurezza senza giustizia, e non c’è pace senza rispetto reciproco“.
Mattarella ha inoltre invitato l’Unione Europea a non rinunciare al proprio ruolo di ponte tra le parti, capace di promuovere compromessi, stabilità e dialogo anche quando le tensioni sembrano insormontabili.
Dialogo come strumento di pace
Rifacendosi allo spirito della Costituzione e alla tradizione italiana di dialogo, Mattarella ha insistito sull’importanza della diplomazia come “forma più alta di forza morale“.
“Solo attraverso la parola, l’ascolto e la mediazione – ha concluso – possiamo costruire un futuro che non sia fondato sulla paura, ma sulla fiducia reciproca“.




