Nel corso di un’intervista a KlausCondicio, il talk di Klaus Davi in onda su YouTube, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) ha sferrato una stoccata diretta a Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli ed ex capo della Dda di Catanzaro. “Trovo il dottor Gratteri anche simpatico nel suo modo di porsi – ha detto Sisto – ma direi che più che tirarmi in ballo, un po’ se la tira. È un protagonista assoluto in queste ore, però io sono sempre convinto che un magistrato debba essere un punto di riferimento, più che un protagonista. Soprattutto un procuratore della Repubblica della più importante Procura d’Italia”.
“Le correnti? Ormai sono cordate”
Sisto non ha risparmiato nemmeno il sistema interno alla magistratura. “Le correnti sono diventate delle cordate. Non parlerei di clan, ma sicuramente di cordate. Se oggi c’è una crisi di trasparenza della magistratura – ha aggiunto – è dovuto a quello che è successo al Consiglio Superiore della Magistratura“.
“La separazione delle carriere è antifascista”
Nessuna marcia indietro sul cuore della riforma. “La separazione delle carriere è antifascista – ha affermato Sisto – lo sottoscriverei centomila volte. E non è nulla di piduista o massone”.
Parole che mirano a disinnescare le accuse di chi, dentro e fuori la magistratura, dipinge la riforma come un tentativo della politica di mettere le mani sulla giustizia. Sisto ribalta la prospettiva: “È una balla spaziale che con la riforma il pm venga controllato dalla politica. Il testo è chiaro: da questo punto di vista non cambia nulla”.
Un referendum che divide la magistratura
Il viceministro si è spinto anche oltre, evocando una spaccatura interna tra i magistrati:
“Novanta magistrati su cento, se il voto sarà ragionevole, voteranno Sì. Però non lo dicono. Quando l’ANM ha preso una posizione così violenta nei confronti del Parlamento, è chiaro che la paura è direttamente proporzionale alla veemenza con cui sta gestendo questo No al referendum”. Un passaggio che fotografa il clima teso dentro la categoria e la crescente distanza tra la magistratura associata e la politica di governo.
“Meglio un giurista che Belen”
Sisto ha anche ironizzato sull’idea degli spot televisivi per promuovere la riforma. “Faremo degli spot in tv per il referendum e, se fosse per me, Belen la prenderei subito. Ma, scherzi a parte, dal mio punto di vista ci vedrei meglio un giurista. La spettacolarizzazione del referendum non è una buona cosa”. Un riferimento diretto alla showgirl argentina, che durante “Belve” di Francesca Fagnani aveva criticato la giustizia italiana per una sua vicenda giudiziaria.
La linea politica: “Non è un tema di governo”
Sisto ha poi voluto sgombrare il campo da interpretazioni politiche: “Se perdiamo il referendum, non mi dimetto. Questa è una riforma che non riguarda la politica, ma il rapporto dei cittadini con la giustizia. Non avrà alcun riverbero politico”.



