La XII legislatura regionale è ufficialmente terminata il 31 ottobre 2025, data della proclamazione dell’ultimo eletto della nuova XIII legislatura. Le dimissioni del Presidente Roberto Occhiuto, presentate lo scorso 4 agosto, hanno accelerato il processo di scioglimento, seguito dal decreto di indizione delle elezioni per il 5 e 6 ottobre.
Il dirigente del Settore Bilancio e Ragioneria, Maurizio Alessandro Praticò, con una determinazione pubblicata sul BURC n. 229 del 19 novembre 2025, ha ricostruito l’intero percorso amministrativo che ha portato alla restituzione dei fondi non utilizzati dai Gruppi consiliari. Una restituzione disciplinata dalla Legge regionale 13/2002, che regola struttura e funzionamento dei Gruppi, e prevista a conclusione della legislatura.
L’impegno dei Gruppi a rinunciare ai fondi
Secondo quanto riportato nella determinazione, i presidenti dei Gruppi consiliari – tra il 18 e il 29 settembre 2025 – hanno comunicato la rinuncia ai contributi relativi alle mensilità successive a settembre. Una decisione arrivata solo nelle ultime settimane utili e che ha coinvolto l’intero arco politico, dal centrodestra alla minoranza.
La Corte dei conti, nella sua deliberazione del marzo 2025, aveva già giudicato regolari i rendiconti dei Gruppi relativi al 2024, ma ciò non ha impedito che la restituzione dei fondi avvenisse in modo frammentato e differenziato tra i vari Gruppi, in alcuni casi persino tramite recupero automatico da conti estinti.
Quanto è stato restituito: una somma complessiva di 522.111,88 euro
Il Tesoriere del Consiglio regionale, Monte dei Paschi di Siena, ha comunicato entrate di importo molto differente da Gruppo a Gruppo. Da Fratelli d’Italia sono arrivati oltre 90.000 euro, dalla Lega Salvini più di 105.000, mentre il Pd ha restituito 97.271,51 euro. Quote inferiori provengono invece dai Gruppi minori, come “Coraggio Italia”, “Unione di Centro” e “Movimento Cinque Stelle”.
Complessivamente, la Regione certifica un rientro di 522.111,88 euro. Una cifra importante, ma che non cancella il tema centrale: l’utilizzo dei fondi di funzionamento e la continua necessità, legislatura dopo legislatura, di verifiche e controlli per garantire trasparenza.
Un sistema complesso e continuamente modificato
La determinazione ripercorre anche la lunga lista di atti dell’Ufficio di Presidenza che, tra il 2022 e il 2024, hanno modificato la composizione dei Gruppi consiliari. Una sequenza che mostra quanto fragile e mutevole sia l’architettura politica interna al Consiglio regionale, spesso soggetta a cambi di casacca, riorganizzazioni e nuove aggregazioni.
Proprio questo sistema – articolato e difficile da monitorare – rende ogni anno necessario l’intervento della Corte dei conti e l’obbligo di rendicontazione. La restituzione dei fondi è quindi solo il passo finale di un percorso che dovrebbe essere lineare, ma che invece continua a sollevare dubbi sulla gestione dei contributi.



