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12 Dicembre 2025
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Appalti in crisi, 657 cantieri calabresi a rischio stop. L’allarme di Ance: “Nuovo Codice, vecchi guai”

Le opere avviate prima della nuova normativa potrebbero rischiare la paralisi a causa dell’aumento dei costi dei materiali, cresciuti fino al 70% rispetto a cinque anni fa

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L’adeguamento dei prezzi negli appalti pubblici è diventato un problema urgente per centinaia di opere avviate prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, il 30 giugno 2023. In Calabria sono 657 i cantieri a rischio stop, per un valore complessivo di 1,55 miliardi di euro, di cui 216 realizzati con fondi Pnrr pari a 586,7 milioni. Secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), in tutta Italia sono 12.917 le opere avviate prima della nuova normativa che rischiano la paralisi a causa dell’aumento dei costi dei materiali, cresciuti fino al 70% rispetto a cinque anni fa. Si tratta di un fenomeno che mette in difficoltà l’equilibrio dei contratti pubblici e rende necessaria una revisione dei prezzi per evitare che le imprese subiscano perdite.

La proposta della Lega

Tra i cantieri più esposti ci sono anche 4.367 progetti finanziati dal Pnrr, dal valore di 36 miliardi di euro. La Lega, con un emendamento alla legge di Bilancio a firma della senatrice Tilde Minasi, propone uno stanziamento di 2,15 miliardi per sbloccare la situazione; il testo sarà discusso in commissione Bilancio al Senato. Le regioni più colpite sono Lombardia, Sicilia, Lazio, Campania, Veneto ed Emilia-Romagna, con un impatto complessivo di 90 miliardi di euro. “Senza copertura degli extra costi – dichiara la presidente dell’Ance Federica Brancaccio – rischiamo rallentamenti o blocchi proprio quando i cantieri dovrebbero accelerare, mettendo a rischio gli obiettivi di crescita del Paese”.

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