La Regione Calabria chiarisce la propria posizione in merito al processo per il naufragio di Cutro, precisando che non intende costituirsi parte civile contro i militari coinvolti nelle indagini. Una delibera approvata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale era stata, infatti, erroneamente formulata dagli uffici come atto consequenziale a una decisione già assunta contro gli scafisti, ritenuti responsabili della tragedia.
Indagati sei militari: la Regione fa marcia indietro
Approfondimenti successivi hanno evidenziato che il secondo troncone dell’inchiesta riguarda esclusivamente quattro agenti della Guardia di Finanza e due militari della Capitaneria di Porto. Una volta compreso il vero oggetto del procedimento, la Regione ha deciso di ritirare la richiesta di costituzione di parte civile, depositata questa mattina durante l’udienza preliminare.
Solidarietà alle Forze dell’Ordine
“Per la grande considerazione e per il rispetto che nutriamo nei confronti di chi indossa una divisa e lavora quotidianamente per la sicurezza del nostro Paese”, si legge nella nota ufficiale, la Regione Calabria sottolinea la sua volontà di agire esclusivamente contro gli scafisti e annuncia una nuova delibera ad hoc per formalizzare il ritiro.
Giustizia e verità sulla strage
L’Ente regionale conclude auspicando che la giustizia faccia il suo corso, accertando le eventuali responsabilità senza alimentare tensioni istituzionali. La volontà rimane quella di ottenere giustizia per le vittime del naufragio del 26 febbraio 2023, ma “senza mettere in discussione il lavoro delle Forze dell’Ordine”.