A San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, un centinaio di ragazzi ha partecipato alla commemorazione di Antonio Bellocco, esponente di spicco dell’omonima famiglia di ’ndrangheta, ucciso il 4 settembre 2024. Indossavano t-shirt con il suo volto e hanno lanciato palloncini in cielo, trasformando il ricordo in una celebrazione che ha sollevato più di una perplessità.
La reazione del presidente Colosimo
“Nella lotta per la legalità serve la prima linea della nuova generazione o rischiamo di perdere la guerra” – ha dichiarato il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, commentando la vicenda. “Che centinaia di ragazzi e ragazzini vedano in Bellocco solo un amico da commemorare e non quello che era davvero mi interroga profondamente. Invito quei giovani in Commissione antimafia, o se vogliono sarò io ad andare da loro”.
“La ’ndrangheta non è mito ma condanna”
Per Colosimo il problema è culturale e riguarda la percezione dei più giovani: “È necessario ribadire che la ’ndrangheta e i suoi sodali danno un’immagine distorta della Calabria, affamano la loro terra e distruggono il futuro. I giovani devono capire che non c’è nulla da ammirare, sono i primi che devono ribellarsi a questa condanna”.
Il monito alle nuove generazioni
Il messaggio è chiaro: senza il coinvolgimento delle nuove generazioni la lotta alle mafie rischia di trasformarsi in una battaglia a metà. Per ol presidente Colosimo, la sfida non è solo giudiziaria ma soprattutto culturale, ed episodi come quello di San Ferdinando dimostrano quanto sia urgente costruire anticorpi sociali contro la fascinazione del potere criminale.