Un paese che si svuota, una comunità che resiste. È l’amara realtà di Cenadi, piccolo borgo incastonato tra le colline del catanzarese, che lancia un appello disperato per difendere la propria dignità e i servizi essenziali. Una lettera, firmata da 120 cittadini e indirizzata alla Uilposte, denuncia la mancanza di uno sportello ATM presso l’ufficio postale, l’unico presidio logistico e finanziario nel raggio di chilometri.
La richiesta di dignità
La richiesta non è solo una questione di comodità, ma un “grido collettivo di dignità“, come sottolineano i cittadini. L’assenza di un bancomat costringe soprattutto anziani e persone con disabilità a spostamenti onerosi e difficili verso i paesi limitrofi per prelevare contanti o effettuare altre operazioni bancarie. Un’odissea quotidiana che pesa come un macigno sulla vita di chi, pur vivendo in un contesto fragile e periferico, ha il diritto di accedere a servizi moderni e inclusivi.
La speranza nel sindacato
Nella lettera, i cittadini di Cenadi si rivolgono alla Uilposte con profonda fiducia, riconoscendo il ruolo cruciale del sindacato nel sostenere i diritti dei lavoratori e delle comunità più deboli. “Siamo certi che la Uilposte, nel suo impegno costante per un servizio postale moderno e diffuso, saprà farsi carico della nostra istanza, promuovendola presso Poste Italiane e gli organi competenti”, scrivono. L’installazione di un ATM sarebbe, secondo la comunità, un gesto di equità territoriale e un atto concreto di giustizia sociale, capace di ricucire il tessuto democratico del Paese e contrastare il progressivo spopolamento.