11 Agosto 2025
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Calabria

“Il mare che verrà”: a Lamezia Terme un dibattito pubblico per il futuro del Golfo di Sant’Eufemia

Un incontro partecipato per affrontare insieme le sfide ambientali e promuovere interventi efficaci a tutela del mare e del territorio

Un confronto aperto e partecipato tra istituzioni, esperti, amministratori e cittadini ha animato ieri sera il lungomare Falcone Borsellino, in località Marinella a Lamezia Terme. L’incontro, intitolato “Il mare che verrà – Riflessioni sul futuro del nostro mare”, è stato organizzato dal Partito Democratico locale con l’obiettivo di mettere al centro la tutela ambientale e la depurazione delle acque del Golfo di Sant’Eufemia.

“Il mare non si inquina da solo è responsabilità di tutti”

A dare il via alla serata è stato Vittorio Paola, segretario cittadino del PD, che ha sottolineato l’importanza politica dell’iniziativa: “Il mare è un patrimonio collettivo senza confini territoriali. Non possiamo più dividerlo in zone come “mare di Gizzeria”, “mare di Curinga” o “mare di Sant’Eufemia”. Si tratta di un ecosistema unico, che ogni estate soffre per la scarsa qualità delle acque, con conseguenze economiche, sociali e ambientali gravi. Abbiamo tutte le analisi e le mappature, ora è il momento di passare ai fatti. La Regione deve garantire programmazione, monitoraggio e interventi mirati. Serve anche una presa di coscienza collettiva: il mare non si inquina da solo, è responsabilità di tutti“.

“Pianificazione assente e sistema di controllo inefficace”

È intervenuta poi Anna Rosa, portavoce del comitato “Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia”, che ha denunciato l’insoddisfazione diffusa tra i cittadini: “Quando vediamo il mare sporco, vediamo l’incapacità delle istituzioni. La nostra petizione ha raccolto oltre 2.400 firme in pochi giorni, segno che la pazienza è finita. Non bastano azioni episodiche o parole di circostanza. Il mare è salute, economia e dignità. Chi aspira a governare questa terra deve dichiarare chiaramente se intende tutelarlo. Noi continueremo a batterci, non per interesse personale ma per giustizia sociale“.

Il biologo marino Silvio Greco, vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, ha fornito un quadro scientifico allarmante: “Il Mediterraneo è in crisi, con anomalie nella salinità e nella temperatura delle acque che si manifestano anche in Calabria con fenomeni senza precedenti. L’inquinamento da plastica sui fondali, l’arrivo di specie invasive e gli sversamenti sono conseguenze di un sistema di controllo inefficace e di una pianificazione assente. Inoltre, la maggior parte delle analisi è svolta da enti privati: l’Italia non investe abbastanza in ricerca oceanografica, una scelta incomprensibile”.

Alecci: “Basta sprechi e inefficienze”

È intervenuto anche Ernesto Alecci, consigliere regionale ed ex sindaco di Soverato, che ha ricordato i risultati ottenuti durante la sua amministrazione: “Abbiamo conquistato la bandiera blu lavorando su scarichi, controlli e mobilità sostenibile, ma senza il supporto della Regione i sindaci non possono farcela da soli. I depuratori sono vecchi, le risorse limitate, e spesso i fondi destinati alla depurazione vengono dirottati altrove. Serve una svolta: abbiamo proposto, ad esempio, di dotare gli autospurghi di GPS per migliorare i controlli. È ora di dire basta a sprechi e inefficienze”.

Bruni: “Entroterra e coste trattati come realtà separate”

La chiusura della serata è stata affidata alla consigliera regionale del PD, Amalia Bruni, che ha rimarcato la necessità di una svolta politica e gestionale: “Abbiamo voluto mantenere questo appuntamento anche dopo le dimissioni del presidente della Regione perché la salute del mare non può essere oggetto di trattamenti intermittenti. Serve continuità e coerenza. Non siamo qui solo per esprimere indignazione, ma per prendere un impegno concreto per il presente e per il futuro”.

Bruni ha denunciato la mancanza di una strategia efficace nei piani di depurazione: “Molti milioni sono stati spesi senza una visione d’insieme. Ancora oggi ci sono insediamenti che non sono collegati alla rete fognaria, mentre l’entroterra e la costa vengono trattati come realtà separate, quando invece fanno parte di un unico sistema ambientale. A Lamezia, in particolare, chiediamo chiarezza sugli interventi dell’ARSAI nella gestione dell’area industriale, con risposte concrete su progetti, fondi e bonifiche. Non possiamo più accettare l’immobilismo“. Infine, ha proposto un monitoraggio pubblico ogni tre mesi, coinvolgendo tutti gli attori interessati, non per ragioni politiche, ma per costruire insieme soluzioni efficaci. “Il mare rappresenta la nostra identità e la nostra economia. Solo risanandolo potremo recuperare anche la nostra credibilità come classe dirigente”.

Le personalità presenti

All’incontro hanno preso parte anche l’assessore all’Ambiente di Lamezia Terme, Antonietta D’Amico, l’assessore alla Cultura Annalisa Spinelli, i consiglieri comunali del PD Lidia Vescio e Fabrizio Muraca, il sindaco di Soveria Mannelli Michele Chiodo, insieme a rappresentanti di associazioni locali impegnate nella tutela ambientale. La serata si è conclusa con un ampio spazio dedicato al dibattito, dove cittadini e partecipanti hanno condiviso esperienze, proposte e riflessioni.

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