15 Ottobre 2025
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Più spese e meno servizi: il welfare italiano secondo la Fondazione per la Sussidiarietà

Disuguaglianze, costi e proposte per un sistema più equo: il 18 ottobre, a Rende, la presentazione del Rapporto 2024: “Serve un nuovo patto sociale tra Stato e cittadini”

Ammonta a 138 miliardi di euro la spesa privata delle famiglie italiane per il welfare – tra salute, assistenza ad anziani e disabili – nel 2024. Una cifra che equivale a circa 5.400 euro per nucleo familiare, segno di un sistema in cui i cittadini colmano sempre più spesso i vuoti lasciati dall’intervento pubblico. Nonostante ciò, oltre il 67% di chi ha richiesto assistenza ha incontrato difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi territoriali, con disparità crescenti tra Nord e Sud e tra aree urbane e periferiche.

Sono alcuni dei dati principali contenuti nel Rapporto annuale della Fondazione per la Sussidiarietà (FpS), dal titolo “Sussidiarietà e… welfare territoriale”, che sarà presentato sabato 18 ottobre alle ore 17:00 all’Hotel President di Rende (CS).

Un appuntamento di confronto nazionale

All’incontro parteciperanno, tra gli altri, Giovanni Pensabene (presidente Fondazione Carical), Monica Pratesi (Università di Pisa), Giorgio Vittadini (presidente Fondazione per la Sussidiarietà), Giuseppe Alfarano (sindaco di Camini), don Giacomo Panizza (Comunità Progetto Sud), monsignor Francesco Savino (vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente CEI per l’Italia meridionale) e don Giacomo Tuoto (Fondazione “Le Idee di Chicco”). A moderare l’incontro sarà Tonino Saladino, in rappresentanza della Fondazione per la Sussidiarietà.

Investire sullo stato sociale non è solo un dovere di solidarietà verso i più fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi più resilienti e una crescita economica stabile”, spiega Giorgio Vittadini, presidente della FpS. “È il momento di rinnovare il patto sociale che ci unisce, mettendo in rete pubblico e privato: più società e più Stato insieme”.

Il quadro del welfare italiano: disuguaglianze e criticità

Il Rapporto fotografa una situazione complessa: l’universalismo e l’equità del welfare italiano sono a rischio, nonostante l’Italia si collochi al secondo posto in Europa per spesa sociale con circa 620 miliardi di euro, pari al 30% del PIL. Tuttavia, povertà e disuguaglianze sono in aumento: il 5% delle famiglie possiede il 46% della ricchezza nazionale, mentre quasi un decimo della popolazione vive in difficoltà economica. Ancora più grave la condizione delle famiglie con persone disabili, di cui oltre il 28% è a rischio povertà o esclusione sociale.

Solo il 38% degli italiani promuove le politiche contro la povertà e il disagio sociale, segno di una sfiducia crescente verso l’efficacia del sistema.
Le prestazioni pensionistiche assorbono quasi la metà delle risorse, mentre meno del 20% va a famiglie, disoccupati e persone con disabilità. Una struttura di spesa che, secondo il rapporto, non è sostenibile nel lungo periodo.

Verso un welfare più umano e territoriale

Il welfare territoriale italiano appare oggi frammentato: le competenze sono suddivise tra Stato, Regioni e Comuni, con scarsi coordinamento e monitoraggio. Ciò genera sovrapposizioni, inefficienze e sprechi, in un sistema che resta sbilanciato sui trasferimenti monetari piuttosto che sull’offerta integrata di servizi.

La Fondazione propone un cambio di paradigma, passando da una logica “amministrativa” dei bisogni a una visione olistica che metta la persona al centro.
Tra le priorità indicate: presa in carico personalizzata, progettazione integrata dei servizi, centri territoriali per servizi accessibili, più risorse per il capitale umano e rafforzamento della collaborazione tra pubblica amministrazione e Terzo settore.

Un modello di sussidiarietà per il futuro

Il Rapporto, realizzato in collaborazione con Aiccon, IFEL, Ipsos e Istat e con il contributo di Fondazione Cariplo, invita a ripensare il welfare italiano come un sistema condiviso e partecipativo, capace di coniugare efficienza, equità e prossimità.

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