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29 Dicembre 2025
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“Quando Cosenza era una comunità”: il racconto di Mancini sul primo Capodanno in piazza (FOTO)

L'esponente della direzione del Pd Calabria, rievoca il passato della città bruzia. Un racconto che intreccia memoria storica, identità collettiva e una critica all’attuale amministrazione comunale

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“Ma voi la sapete la storia del primo Capodanno in piazza a Cosenza? Ve la racconto io”. Così Giacomo Mancini, già deputato socialista e oggi componente della direzione del Pd Calabria, apre una riflessione affidata sui suoi canali social. Un racconto che, secondo Mancini, rischia di essere dimenticato o strumentalizzato: “Di certo non ve la racconta chi la storia la oltraggia, la rimuove, la sfratta”.

Gli anni della trasformazione urbana e sociale

Mancini colloca quell’esperienza alla metà degli anni Novanta, periodo che definisce straordinario per Cosenza, segnato da sviluppo urbanistico, ricucitura tra quartieri, rinascita del centro storico, integrazione sociale e crescita culturale.

“In quegli anni – ricorda – Cosenza si stava affermando tra le città più dinamiche del Mezzogiorno”. Alla guida della città c’era lo stesso Giacomo Mancini, protagonista della storia politica nazionale, che avrebbe dedicato l’ultima parte della sua vita all’amministrazione comunale.

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La scelta del Capodanno in piazza

Per celebrare l’arrivo del nuovo anno, del nuovo secolo e del nuovo millennio, l’amministrazione decise di organizzare una grande festa pubblica, sul modello delle principali città internazionali. “Una festa di piazza per tutti, nessuno escluso, tutti insieme”, sottolinea Mancini. Sul palco fu chiamato Franco Battiato, che avrebbe spiegato così la sua scelta: “Perché è la città di Giacomo Mancini”.

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L’abbraccio collettivo della città

“I cosentini risposero alla grande”, prosegue il racconto. “Per la prima volta tutti uscirono dalle loro case e si unirono in un abbraccio collettivo”. Una piazza vissuta come spazio di comunità, nonostante il freddo, con “le signore impellicciate accanto ai ragazzi con storie difficili alle spalle”. Un’immagine che, secondo Mancini, rappresenta una città unita dal desiderio di essere protagonista del proprio futuro.

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Una notte che ha fatto storia

La festa iniziò prima di mezzanotte, con il brindisi in piazza dei Valdesi, per poi spostarsi in piazza dei Bruzi, davanti al municipio, dove si svolse il concerto principale. “Musica, danza, sorrisi, abbracci, baci. Una notte indimenticabile, che ha fatto storia”, ricorda Mancini, aggiungendo che da quel momento il Capodanno in piazza è diventato un rito cittadino.

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Il riferimento all’attualità

Guardando all’edizione di quest’anno, Mancini cita Dario Brunori, artista scelto per il concerto, sottolineando il gesto di devolvere il cachet in beneficenza. “Un bel gesto – afferma – che dimostra l’importanza di stare dalla parte delle persone più fragili”.

La critica all’amministrazione attuale

Il racconto si chiude con una valutazione politica sull’attuale situazione cittadina. “Da quel primo gennaio del 2000 la città è molto diversa. Con Caruso mancano visione e ambizioni. C’è solo arroganza, prepotenza e supponenza. Cosenza merita di meglio”, conclude Mancini.

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