Prima la discussione verbale, poi la lite e infine il pestaggio. È questa, secondo le testimonianze raccolte in paese, la dinamica di quanto accaduto nei giorni scorsi alla marina di Briatico, dove un anziano molto conosciuto sarebbe finito a terra sotto i colpi del compagno della vice-sindaca, dopo una disputa sul semaforo provvisorio installato per regolare il traffico lungo la strada colpita da una frana. Calci, pugni e uno schiaffo avrebbero trasformato una banale controversia amministrativa in una scena di violenza che ha lasciato sgomenta la comunità.
Il tutto, secondo quanto si è appreso, sarebbe avvenuto appena due giorni dopo il sold out dell’anfiteatro comunale, gremito per l’intervento di Nicola Gratteri, al quale erano presenti praticamente tutti gli amministratori locali. Un dettaglio che, pur non avendo alcun legame con la vicenda, amplifica l’imbarazzo politico e istituzionale per il sindaco Lidio Vallone e la sua squadra.
Il semaforo contestato e la rabbia dell’anziano
La miccia si sarebbe accesa per il semaforo provvisorio installato dall’amministrazione comunale sulla via marina, chiusa parzialmente a causa di una frana. Una misura adottata per garantire la sicurezza e regolare il traffico a senso unico alternato, ma che ha provocato malumori tra cittadini e vacanzieri. C’è chi ha contestato la reale utilità del dispositivo e chi ne ha messo in dubbio la regolarità normativa.
La versione dell’anziano: “Aggredito a calci e pugni”
Secondo la denuncia presentata ai carabinieri, l’anziano – ex titolare di una scuola guida – avrebbe contestato la legittimità del semaforo, giudicandolo “non a norma”, fino a tentare di rimuoverlo personalmente. Ne sarebbe nata una discussione accesa con la vice-sindaca. Pochi minuti dopo, il compagno della donna sarebbe sopraggiunto e, secondo la ricostruzione della presunta vittima, lo avrebbe colpito con uno schiaffo, facendolo cadere a terra, per poi infierire con calci e pugni. Alcuni testimoni riferiscono che una turista avrebbe provato a riprendere la scena col cellulare. Solo l’intervento di alcuni passanti avrebbe permesso di fermare l’aggressione.
La replica della vice-sindaca: “Un atto illegittimo, agitava un piede di porco”
Contattata da Calabria7, la vice-sindaca Maria Teresa Centro fornisce una versione diametralmente opposta. “Ho visto questo signore – racconta – che tentava di rimuovere il semaforo con un piede di porco, addirittura scaraventandolo sul tetto di una piccola abitazione. Gli ho chiesto: “Ma cosa stai facendo?”. Invece di fermarsi, ha iniziato a inveire contro di me con linguaggio offensivo, agitando lo strumento davanti al mio volto”.
La vice-sindaca insiste sul rischio concreto per la circolazione: “Se quel semaforo veniva rimosso – spiega – sarebbe potuto accadere un incidente gravissimo sulla via marina, che è regolata a senso unico alternato proprio per la frana di giugno”.
Secondo la sua ricostruzione, il compagno sarebbe intervenuto “solo per proteggermi, vedendomi minacciata con il piede di porco. Nella concitazione l’uomo è caduto a terra, ma continuava a stringere quell’attrezzo”.
L’annuncio: “Pronta a querelare anch’io”
La vice-sindaca conferma la denuncia subita dal compagno ma annuncia contromosse: “So che ha sporto denuncia – dichiara – ma anch’io sto preparando una querela nei suoi confronti, perché alla base di tutto c’è stata una grave scorrettezza: non puoi rimuovere un dispositivo installato per la sicurezza stradale, oltre agli insulti e alle minacce personali ricevute”.
La denuncia ai carabinieri e le indagini in corso
Dopo l’aggressione, l’anziano ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri della stazione di Briatico, raccontando la sua versione dei fatti e fornendo dettagli su quanto accaduto. I militari sarebbero ora impegnati a ricostruire la dinamica dell’episodio, incrociando i racconti dei presenti e verificando se esistano riscontri oggettivi, compresi eventuali filmati realizzati da chi ha assistito alla scena.
Le indagini dovranno stabilire cosa sia realmente accaduto lungo la via marina e accertare le eventuali responsabilità. Un lavoro che si preannuncia delicato, anche perché il caso, per i soggetti coinvolti, assume inevitabilmente una dimensione politica e istituzionale, oltre che penale.