Il primo settembre 1990 la vita di Domenico Catalano, un adolescente romano in vacanza a Reggio Calabria, venne brutalmente spezzata da un fatale scambio di persona. Una semplice maglietta a righe confusa con quella di un’altra persona bastรฒ a trasformare un momento di spensieratezza estiva in una delle pagine piรน tragiche della storia della cittร . Dodici colpi di arma da fuoco cancellarono la vita di un sedicenne che nulla aveva a che fare con le logiche mafiose, ma che divenne da allora simbolo dell’innocenza violata e della brutalitร criminale.
La ‘ndrangheta e il processo โBlessโ
La giustizia, attraverso il processo โBlessโ, riconobbe la responsabilitร diretta della ‘ndrangheta e individuรฒ in Pasquale Condello, noto come โIl Supremoโ, il mandante del delitto. La sentenza sancรฌ il legame tra quell’omicidio e le feroci dinamiche delle cosche reggine. Eppure, la pronuncia del tribunale, pur necessaria, non ha mai potuto restituire a Domenico la possibilitร di vivere la sua giovinezza e di costruire un futuro. La sua morte continua a interrogarci sul valore inestimabile di una vita umana.
La scuola come baluardo di legalitร
Come sottolinea il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, la sociologia della devianza ci mostra come nei territori ad alta densitร mafiosa la criminalitร organizzata agisca come un’agenzia di socializzazione alternativa, penetrando laddove lo Stato e le istituzioni risultano indeboliti. L’assenza di prospettive, la marginalitร economica e l’impoverimento culturale diventano il terreno fertile su cui attecchisce l’offerta mafiosa, che attrae i giovani con la falsa promessa di appartenenza e di guadagno facile. ร in questa prospettiva che la scuola si conferma il piรน importante presidio di legalitร . Solo un sistema educativo capace di trasmettere senso critico, dignitร e diritti puรฒ contrastare lโegemonia mafiosa sul tessuto sociale. La scuola non rappresenta semplicemente uno spazio di istruzione, ma un dispositivo di emancipazione, un laboratorio di cittadinanza attiva in cui il sapere diventa strumento di liberazione e un’alternativa concreta al destino imposto dalla criminalitร .
Un impegno quotidiano
Ricordare Domenico oggi significa assumersi la responsabilitร collettiva di non lasciare che lโindifferenza e il silenzio diventino complici. La memoria della sua giovane vita spezzata interroga la societร tutta: quanto vale una vita e quanto siamo disposti a fare perchรฉ nessun altro adolescente venga sacrificato sullโaltare della violenza criminale? Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani invita le scuole e l’intera comunitร a non relegare la commemorazione a un rito formale, ma a trasformarla in un impegno educativo quotidiano, affinchรฉ la cultura dei diritti e della legalitร diventi il linguaggio condiviso delle nuove generazioni. Domenico Catalano non deve essere ricordato solo come vittima di un tragico errore, ma come richiamo costante a costruire una societร piรน giusta, solidale e libera dal ricatto mafioso.