7 Novembre 2025
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Calabria

Vibo Valentia: addio allo storico responsabile del Banco Alimentare

La comunità piange la scomparsa di Antonio Murone, punto di riferimento del volontariato e della lotta alla povertà nel territorio vibonese

Ci siamo conosciuti giovanissimi a Sant’Irene (Briatico) dove gestiva il seminario estivo della Diocesi di Mileto, Nicotera, Tropea. Appena incontrato mi ha accolto con affetto dimostrandomi, fin da subito, amicizia che abbiamo mantenuto sempre viva. Entrambi insegnanti di religione cattolica abbiamo condiviso sempre le scuole superiori di Vibo Valentia. Siamo stati sempre rispettosi l’uno dell’altro. Mai uno screzio. Mai una parola fuori posto. Per i ragazzi si lavorava in piena sintonia. Come uomo lo racconta meglio di me il collega Raffaele Cuppari il quale è riuscito, non senza commozione, a cogliere gli aspetti più positivi del suo carattere socievole.

Il messaggio di Raffaele Cuppari

“Questa mattina – scrive Raffaele Cuppari, nostro amico comune -, dopo una dolorosa malattia, ha “terminato la sua corsa” il nostro caro Antonello Murone. Rimarranno impressi in noi la sua dolcezza e il bene che ha effuso a piene mani alla sua famiglia come marito, come padre, nonno con il suo caro nipotino che ora ha il suo angelo custode. Come bravissimo e valido docente di religione ha formato tante generazioni di ragazzi e alunni che ha educato e amato. Grazie per il dono speciale che sei stato, grazie per aver fatto della tua vita un regalo agli altri e per esserti fatto prossimo, specie agli ultimi. Sei stato un uomo di fede, quella fede fatta di opere non di precetti.

Certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca. E tu di medaglie ne hai tante appese alla tua anima per il bene che hai profuso. Mi piace pensare – aggiunge – in questo momento le parole che tu stai ascoltando da parte di nostro Signore Gesù Cristo: “Vieni, benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi hai dato da mangiare, ho avuto sete e mi hai dato da bere; ero forestiero e mi hai ospitato, nudo e mi hai vestito, malato e mi hai visitato, carcerato e sei venuto a trovarmi.”

La fede come eredità

Chi per Dio tutto lascia, in Dio tutto ritrova.

Certo, il nostro cuore si ferma, il nostro corpo si disfa, le persone amate non possono più vederci. Ma noi come ascoltiamo nel Prefazio della Messa dei defunti “costruiamo un’abitazione eterna nel Cielo.” Questo è l’insegnamento – conclude – della Chiesa, l’insegnamento che Antonello ha trasmesso ai suoi figli, ai suoi allievi e a quanti lo hanno conosciuto. Questa è la Fede. Ed è in virtù di questa Fede che noi, con gli occhi pieni di lacrime ma con il cuore pieno di Speranza, ringraziamo il Signore per il dono che Antonello è stato per ciascuno di noi.

Ciao carissimo collega Murone!

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