Gilberto Floriani, ex direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese e “padre” del Festival Leggere&Scrivere, rompe il silenzio e interviene con una lettera inviata a Calabria7 dopo la nostra inchiesta sul patrimonio in agonia dell’ente. Il tono è amaro e tagliente: “È un’analisi apprezzabile di un cadavere culturale: il Sistema Bibliotecario, di cui ormai si parla solo al passato”.
L’esperienza diretta e le dimissioni
Floriani ricorda che la sua collaborazione diretta con l’ente si è conclusa nel 2017: “Le mie dimissioni segnarono la fine di un percorso. In seguito ho fornito solo un supporto specialistico per progetti strategici che, al massimo, hanno ritardato l’inevitabile”. E non manca una stilettata alla politica regionale: “Ringrazio l’assessore Soriano per un viaggio a Catanzaro, anni fa, che non è servito a nulla: solo pacche sulle spalle e promesse vuote da parte della Regione”.
Politica e clientelismo
Per Floriani, il Sistema Bibliotecario era “una realtà culturale in una terra dove politici e burocrati sembrano avere un’unica agenda: il clientelismo. La loro ignoranza, o forse la loro malafede, è evidente nel modo in cui hanno gestito la situazione. Quando si chiedevano risorse per la cultura, la loro risposta era il sospetto”.
Debiti e fondi spariti
Sui debiti, Floriani smentisce la narrazione corrente: “I debiti del Sistema sono un dato di fatto, ma non come vengono presentati. L’accordo con il Comune prevedeva che l’affitto venisse compensato dalle quote di adesione. A causa del dissesto, la Provincia ha fatto sparire oltre 300.000 euro di fondi. Dal 2007 la Regione ha smesso di onorare i propri impegni, perché, a quanto pare, per il sapere basta un clic sul cellulare”.
Il rilancio possibile (ma ignorato)
Nonostante il disastro, Floriani sostiene che “rilanciare il Sistema non sarebbe impossibile. Pensate al lavoro trentennale per realizzarlo. Il contenzioso con la Regione riguarda 60.000 euro, una somma ridicola se confrontata agli sprechi per eventi di scarsa rilevanza”.
La collezione sotto attacco
Durissima la condanna della proposta di alienare parte del patrimonio librario: “La proposta di vendere la preziosa collezione della biblioteca a pezzi dimostra la totale assenza di visione e competenza degli amministratori attuali. Non hanno l’interesse né la capacità di salvare questo patrimonio. L’obiettivo sembra essere unicamente la loro visibilità e il ‘dignitoso’ stipendio di fine mese”. Floriani ricorda infine che “il Codice dei beni culturali vieta esplicitamente la dispersione delle collezioni e punisce chi le danneggia per incuria”.
Un grido d’allarme
Il messaggio è chiaro: il Sistema Bibliotecario Vibonese non è solo un ricordo, ma un patrimonio che rischia di essere smembrato per colpa dell’incapacità politica e della miopia amministrativa. La voce di Gilberto Floriani suona come un atto d’accusa, ma anche come l’ultimo, disperato grido d’allarme per salvare una delle poche vere eccellenze culturali della Calabria.