6 Agosto 2025
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Calabria

Progetto dematerializzazione cartelle sanitarie a rischio in Calabria: “Lavoratori fermi, sedi chiuse”

Le sigle sindacali denunciano gravi ritardi nella digitalizzazione delle cartelle sanitarie. A rischio occupazione e innovazione: “Disservizi e mancata consegna dei documenti stanno paralizzando tutto”

Gravi criticità minacciano il progetto di dematerializzazione delle cartelle sanitarie in Calabria, affidato all’azienda Konecta. A denunciarlo sono le Segreterie regionali di SLC CGIL, FISTel CISL e UILCOM UIL, che parlano apertamente di “blocco delle attività”, mancato coordinamento tra istituzioni e rischio concreto di un fallimento occupazionale e industriale.

Sedi a rischio e personale fermo senza colpe

Nonostante un confronto costante con l’azienda, i sindacati denunciano “l’inaccettabile blocco del progetto” dovuto alla mancata consegna delle cartelle sanitarie da parte di ASP e Aziende ospedaliere. A causa di questi ritardi, la sede di Crotone è già stata temporaneamente chiusa, mentre Cosenza e Settingiano rischiano lo stesso destino.

I lavoratori sono costretti al fermo forzato – affermano i sindacati – senza alcuna responsabilità. La situazione è paradossale: un progetto che doveva valorizzare competenze e occupazione rischia ora di trasformarsi in un boomerang sociale e produttivo”.

L’appello al presidente Occhiuto

Le sigle sindacali firmatarie dell’accordo chiedono ora un intervento immediato della Regione.
Chiediamo al presidente Roberto Occhiuto di convocare urgentemente un tavolo di confronto – si legge nella nota congiunta – per affrontare e risolvere le criticità emerse. La Calabria non può permettersi di disperdere un’occasione così importante di modernizzazione dei servizi pubblici e stabilizzazione dell’occupazione”.

Sindacati uniti: “Serve responsabilità istituzionale”

Le organizzazioni SLC CGIL Calabria, FISTel CISL Calabria e UILCOM UIL Calabria ribadiscono che il progetto, finanziato e strutturato come intervento innovativo per digitalizzare la sanità regionale, rischia di arenarsi per inefficienze burocratiche e mancanza di sinergia tra i soggetti coinvolti. L’invito è chiaro: “Serve responsabilità istituzionale immediata per evitare che questa iniziativa si trasformi da opportunità a crisi occupazionale”.

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