Mimmo Lucano ci pensa, com’è giusto e umano che sia, alla proposta di candidatura a presidente della regione che Avs ha lanciato, ma di dubbi ne ha parecchi. E poi stima molto il collega europarlamentare, Pasquale Tridico, “con cui mi vedrò a breve per parlare di come calare nella dimensione europea il modello Riace, e per dimostrare che un’alternativa alle politiche disumane di Salvini c’è”. Ma è certo che i due, alla luce dell’accelerazione impressa alla politica regionale dalle dimissioni di Roberto Occhiuto, si confronteranno anche su altro.
Ma quindi, Lucano, accetterà o no?
Ma quindi, Lucano, lei ora che farà, accetterà o no di essere il candidato della sinistra al tavolo di confronto della coalizione progressista? “Ora vediamo. Personalmente nutro l’ambizione che l’intero centrosinistra elabori un argine ampio ai venti di destra che spirano fortissimi dappertutto, anche in Calabria”.
Come a dire, accetterei solo se mi volessero tutti sulla base di un programma di rottura con le destre al governo della Calabria. “Comunque, ci sto pensando e le farò sapere”, mi dice con simpatico fare liquidatorio.
Il tempo stringe, ma Lucano chiede calma
Ma io non mi rassegno: Lucano, guardi che la risposta la deve dare in tempi brevi perché tra poco si andrà a votare. “Mi lasci valutare con serenità“. Dal che capiamo che il suo eventuale sì alla candidatura dipenda dal sentire delle altre sensibilità progressiste.
Perché Lucano da solo non balla.