Reciproci favori tra un dipendente regionale ed un ex ufficiale di polizia giudiziaria, l’accesso al contenuto di atti e procedure della Regione Calabria, in cambio di notizie riservate per agevolare un imprenditore cosentino. Emergono ulteriori dettagli nell’informativa della Guardia di finanza confluita negli atti dell’avviso di conclusione indagini della Procura di Catanzaro nei confronti di professionisti, politici, dirigenti regionali, imprenditori, che ruota intorno ad appalti pilotati, svelando un giro di corruzione, falso, truffa, concussione, accesso abusivo ai sistemi informatici.
Il modus operandi di Ercole D’Alessandro
Atti, che confermano ancora una volta, secondo quanto riportato dagli investigatori, come l’ex finanziere Ercole D’Alessandro abbia agito nel tempo con disinvoltura e scaltrezza per trarne un tornaconto economico e che consentono di acclarare lo stretto legame tra l’allora ispettore e un dipendente regionale, ex assessore del Comune di Catanzaro. Dal carteggio emerge che in più occasioni per finalità personali e che esulano dall’attività dallo stesso svolta all’interno della Guardia di finanza, D’Alessandro ha chiesto ad altri operatori di polizia l’effettuazione di specifiche interrogazioni alle banche dati nell’interesse del dirigente regionale. “La continua reiterazione dell’accesso abusivo alle banche dati- scrivono nell’informativa i finanzieri- non limitata al solo caso specifico del dipendente regionale, hanno permesso di constatare la connaturata abitualità dell’agire di D’Alessandro in spregio dei doveri di tutela del segreto investigativo, dell’imparzialità del proprio operato e della correttezza nei rapporti con l’autorità giudiziaria, radicandosi nel tempo, tanto da far ritenere che il proprio modus operandi fosse da lui considerato un servizio da poter offrire ai propri contatti”.
I messaggi Whatsapp tra l’ex ufficiale e il dipendente regionale
In una chat esaminata dagli uomini del Nucleo di Polizia economico- finanziaria con l’imprenditore è emersa l’esistenza di diversi input da questi inviati a D’Alessandro che hanno determinato l’effettuazione da parte di quest’ultimo per interposta persona di molteplici accessi alle banche dati del Corpo, con successiva rivelazione al dipendente regionale delle informazioni riservate, ottenute mediante Whatsapp. Fotografie o file in formato pdf raffiguranti interrogazioni alla banca dati, nonché tabulati di traffico telefonico e notizie apprese dalla banca dati Sdi interforze, riguardanti precedenti di polizia e le registrazioni di controllo del territorio di diversi soggetti. Quale controprestazione delle illecite rilevazioni, il dipendente catanzarese si mette a disposizione di D’Alessandro, offrendogli la possibilità di accedere al contenuto di atti e procedure della Regione Calabria ancora prima del perfezionamento amministrativo. E’ stato appurato che il dipendente su specifica richiesta di D’Alessandro si è interessato a rilevare lo stato di una procedura amministrativa ancora in fase istruttoria sottesa al rilascio di un’autorizzazione regionale ex novo per l’esercizio di un impianto mobile per il trattamento di rifiuti speciali inerti non pericolosi afferente ad una società riconducibile ad un imprenditore di Cosenza. Ancora prima della presa in carico del provvedimento sui registri ufficiali del dipartimento Ambiente e Territorio, articolazione in cui il dipendente era inquadrato in qualità di istruttore amministrativo, il dipendente fotografa ogni singola pagina dell’atto, ancora in fase embrionale, inoltrandole all’ex lugotenente delle Fiamme gialle, che a sua volta le gira immediatamente all’imprenditore amico.
Episodi corruttivi
Episodi di natura corruttiva nei quali D’Alessandro fino al 31 dicembre 2018, pubblico ufficiale nonché ufficiale di polizia giudiziaria “ha messo a disposizione del dipendente regionale le informazioni ricavabili dalle banche dati istituzionali, che per loro specifica natura dovevano restare riservate a fronte di specifiche utilità richieste da lui stesso al dipendente in virtù del ruolo istituzionale ricoperto in Regione”. In particolare i finanzieri hanno avuto modo di riscontrare il pregnante interesse del dipendente per specifiche informazioni relative, ad esempio ad un’auto, all’intestatario mediante l’acquisizione di tabulati di traffico di varie utenze telefoniche con la predisposizione dei necessari atti di polizia giudiziaria indispensabili per indurre in errore l’autorità competente.