Sale a 46 il numero degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Sartoria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e condotta dal Nucleo Economico-Finanziario della Guardia di Finanza. Secondo la ricostruzione accusatoria – ancora da verificare nell’eventuale giudizio – il procedimento ruota attorno a presunti illeciti commessi nella gestione di appalti pubblici nel settore sanitario.
Tra i reati ipotizzati figurano, a vario titolo, corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, accesso abusivo a sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Gli appalti nel mirino
Al centro dell’inchiesta ci sarebbero numerosi appalti pubblici, per un valore complessivo di oltre 33 milioni di euro, tra cui: la fornitura di un sistema ciclotrone per la produzione di radioisotopi all’Università Magna Graecia di Catanzaro; la gestione di un sistema RIS/PACS regionale per la sanità calabrese; l’affidamento di servizi di manutenzione e noleggio di apparecchiature radiologiche e dispenser ospedalieri. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, bandi e capitolati sarebbero stati concordati preventivamente fra pubblici ufficiali e imprenditori, in violazione delle norme sulla libera concorrenza e sulla trasparenza amministrativa.
Concorsi truccati e incarichi sospetti
Tra le condotte contestate ad alcuni degli indagati si annoverano anche presunti falsi e corruzioni legati a concorsi pubblici universitari. Secondo l’accusa, sarebbero stati favoriti candidati attraverso anticipazioni delle domande d’esame o attribuzioni fraudolente di punteggi. Sempre secondo la gravità indiziaria delineata nella fase delle indagini preliminari, alcune utilità contestate sarebbero consistite in sponsorizzazioni sportive in favore di associazioni legate a familiari di pubblici ufficiali; regali in occasione di festività; assunzioni fittizie di persone riconducibili agli stessi pubblici ufficiali presso società private. Tali comportamenti, se confermati, avrebbero alterato la regolarità delle procedure pubbliche e prodotto un danno economico per lo Stato. Oltre alle persone fisiche, il sostituto procuratore Anna Chiara Reale ipotizza responsabilità anche a carico di alcune società, per omessa vigilanza e mancata adozione di modelli di prevenzione dei reati.
Ecco i nomi dei 46 indagati
Gennarina Arabia (50 anni, Catanzaro)
Nicola Antonio Arena (64 anni, Catanzaro)
Antonio Armentano (66 anni, Cosenza)
Francesco Bonacci (55 anni, Lamezia Terme)
Bruno Bove (57 anni, Caserta)
Pasquale Bove (63 anni, Teano)
Angelo Bruno (84 anni, Marano Marchesato)
Paolo Capobianco (52 anni, Napoli)
Marco Caruso (56 anni, Aversa)
Vittoria Celi (58 anni, Catanzaro)
Francesco Cicone (40 anni, Roma)
Nadia Corasaniti (52 anni, San Sostene)
Anna Curcio (68 anni, Catanzaro)
Roberta Facca (49 anni, Cesate)
Pietro Gangemi (70 anni, Catanzaro)
Andrea Giannini (65 anni, San Sebastiano al Vesuvio)
Pasquale Granata (57 anni, Cosenza)
Michelina Graziano (48 anni, Cosenza)
Giuseppe Guastella (64 anni, San Giovanni Gemini)
Domenico Laganà (61 anni, Villa San Giovanni)
Renato Ledonne (61 anni, Rende)
Daniela Giuseppina Maria Grazia Madesani (48 anni, Settimo Milanese)
Gianluca Marino (52 anni, San Floro)
Giuseppe Marrara (50 anni, Reggio Calabria)
Fiorello Martire (65 anni, Casali del Manco)
Vincenzo Militano (43 anni, Palmi)
Pasquale Minchella (64 anni, Catanzaro)
Maurizio Morelli (48 anni, Catanzaro)
Ciro Oliviero (61 anni, Montepaone)
Claudia Pileggi (51 anni, Catanzaro)
Giovanna Postorino (46 anni, Reggio Calabria)
Antonio Procopio (62 anni, Catanzaro)
Rosario Punturiero (60 anni, Catanzaro)
Francesco Antonio Putortì (61 anni, Monza)
Cristina Rebaudengo (48 anni, Asti)
Ida Ricci (61 anni, Cosenza)
Raffaele Rufolo (40 anni, Biassono)
Pasquale Santaguida (54 anni, Catanzaro)
Rita Carlotta Santoro (66 anni, Catanzaro)
Mariano Scalfari (56 anni, Soveria Simeri)
Adolfo Siciliani (66 anni, Crotone)
Giuliano Taddeo (52 anni, Crispiano)
Carmine Talarico (65 anni, Catanzaro)
Umberto Tancrè (46 anni, Catanzaro)
Paolo Urzino (64 anni, Montepaone)
Nell’elenco degli indagati figura anche il nome di Maria Vinci (53 anni, Catanzaro). Il suo nome, pur figurando tra gli indagati nell’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura di Catanzaro, è associato – come opportunamente precisato dall’avvocato Sabrina Apollinaro – esclusivamente all’ipotesi di un presunto accesso abusivo al sistema informatico in uso all’Azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, per aver — secondo la contestazione — trasmesso dati relativi agli esiti di tamponi SARS-CoV-2 ad altro soggetto.
Diritto alla difesa
Il provvedimento notificato agli indagati rappresenta un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli interessati avranno ora venti giorni di tempo per esercitare i diritti loro riconosciuti dalla legge: potranno presentare memorie difensive, depositare documenti, chiedere di essere interrogati o sollecitare nuove indagini a loro favore.
Allo scadere del termine, la Procura della Repubblica di Catanzaro valuterà se formulare la richiesta di rinvio a giudizio o se procedere ad altre determinazioni tra cui l’archiviazione delle accuse a vario titolo ipotizzate.
Il collegio difensivo degli indagati nell’inchiesta “Sartoria” è composto dai seguenti avvocati: Domenico Pietragalla (Foro di Catanzaro); Gregorio Viscomi (Foro di Catanzaro); Vincenzo Ioppoli (Foro di Catanzaro); Franco Sammarco (Foro di Cosenza); Danilo Faragò (Foro di Catanzaro); Michele Di Fraia (Foro di Santa Maria Capua Vetere); Salvatore Staiano (Foro di Catanzaro); Francesco Gambardella (Foro di Lamezia Terme); Antonio Luigi Fioresta (Foro di Catanzaro); Concetta Stanizzi (Foro di Catanzaro); Maurizio Sica (Foro di Napoli); Pantaleone Pallone (Foro di Catanzaro); Antonella Canino (Foro di Catanzaro); Ettore Giovanni Fioresta (Foro di Catanzaro); Dario Fratto (Foro di Catanzaro); Luigi Fornari (Foro di Milano); Alessandro Boni (Foro di Milano); Rocco Putrino (Foro di Locri); Domenico Albanese (Foro di Locri); Angelo Rossi (Foro di Napoli); Vincenzo Locco (Foro di Cosenza); Francesco Granata (Foro di Cosenza) Antonella Monteverde (Foro di Catanzaro); Alberto Marrara (Foro di Reggio Calabria); Antonio Quintieri (Foro di Cosenza); Mariateresa Santoro (Foro di Palmi); Demetrio Verbaro (Foro di Catanzaro); Francesco Iacopino (Foro di Catanzaro); Settimio Ioppoli (Foro di Catanzaro); Antonella Arrobio (Foro di Asti); Pietro Giovanardi (Foro di Milano); Antonio Sanvito (Foro di Cosenza); Giuseppe Napoli (Foro di Crotone);Filomena Conte (Foro di Velletri); Paolo Carnuccio (Foro di Catanzaro); Giuseppe Tuccio (Foro di Catanzaro); Ottavio Porto (Foro di Catanzaro).
Riceviamo e pubblichiamo da parte dell’avvocato Sabrina Apollinaro: “ai sensi e per gli effetti dell’art. 8 della Legge 47/1948 In nome e per conto della Dott.ssa Maria Vinci, in servizio presso il laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, che per quanto segue mi ha conferito espresso mandato e che sottoscrive la presente a ratifica integrale del suo contenuto e per conferimento incarico, significo alle SS.VV. quanto segue: in data 28/04/2025, veniva pubblicato sul vostro giornale on line un articolo dal titolo: ““dalla fornitura del ciclotrone agli incarichi universitari passando per concorsi sospetti e gare d’appalto <>, coinvolti imprenditori, dirigenti medici e funzionari pubblici”, a firma di Mimmo Famularo. Il testo dell’articolo proseguiva con pubblicazione del seguente tenore: “sale a 46 il numero degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Sartoria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e condotta dal Nucleo Economico – Finanziario della Guardia di Finanza. Secondo la ricostruzione accusatoria – ancora da verificare in giudizio – il procedimento ruota attorno a presunti illeciti commessi nella gestione di appalti pubblici nel settore sanitario. Il testo prosegue con la pubblicazione di altri due titoli denominati “gli appalti nel mirino” e “concorsi truccati e incarichi sospetti” per concludersi con l’indicazione dei nomi degli indagati preceduti dal titolo “ecco i nomi dei 46 indagati” e con altro titolo denominato “diritto alla difesa”. Ebbene, poiché la vicenda processuale è scaturita da un’indagine della Guardia di finanza che ha riguardato l’ambito dell’attività di tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo al settore sanitario, finalizzata al contrasto delle forme di illecita gestione delle risorse erariali e delle frodi ai danni dello Stato, la scrivente, in qualità, formula richiesta di rettifica del testo dell’articolo laddove lo stesso, scrive che la Procura della Repubblica di Catanzaro chiude l’inchiesta sugli appalti sanitari e universitari pilotati a Catanzaro, indicando tra i 46 nomi pubblicati e ricollegati alla predetta indagine, quello della Dott.ssa Vinci Maria, la cui contestazione, come si evince dall’avviso 415 bis c.p.p., non è ascrivibile assolutamente alla vicenda appalti sanitari e universitari pilotati o alla vicenda concorsi truccati e incarichi sospetti. La pubblicazione del dato anagrafico e la sua riconducibilità ad una inchiesta alla quale la Dott.ssa Vinci è completamente estranea ovvero quella degli appalti e dei concorsi considerato che alla stessa si contesta un presunto accesso abusivo al sistema informatico in uso all’Azienda Ospedaliera e relativo alla custodia degli esiti dei tamponi SARS-COV 2 processati, al fine di fornire dati sensibili afferenti gli esiti di alcuni tamponi al coimputato, contestazione sollevata a seguito delle intercettazioni in atto per l’indagine relativa agli appalti e ai concorsi, è di grave pregiudizio nei confronti del Dirigente Medico in quanto l’ambito di diffusione del giornale on line sta pregiudicando in modo grave la sua integrità professionale e morale, essendo il nome della stessa associato ad una inchiesta alla quale è completamente estranea. La pubblicazione dei dati identificativi delle persone a carico di cui è instaurato un procedimento penale non è preclusa dalla legge ed è volta a garantire trasparenza e controllo dei cittadini sull’attività giudiziaria ma deve rispettare dei limiti ovvero deve avvenire nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità delle persone alle quali si riferiscono i dati trattati e sempreché si svolgano nel rispetto del principio dell’essenzialità dell’informazione riguardo a fatti di interesse pubblico. Nel caso che ci occupa tali condizioni non sono state rispettate atteso che la contestazione ad un cittadino (nel caso che ci occupa alla Dott.ssa Vinci) di un reato comune avulso da una maxi indagine di interesse pubblico non legittima la divulgazione dei dati personali per cui la pubblicazione del nome e del cognome della Dirigente NON è legittima. Tale pubblicazione ha abbassato e sta abbassando la valutazione sociale della professionista in un contesto pubblico e ciò può configurare il reato di diffamazione. Pertanto, poiché la divulgazione della notizia ha leso in modo grave la professionalità, la dignità il decoro della Dott.ssa Vinci, estranea all’indagine, la scrivente, in qualità, CHIEDE Alle SS.VV., ai sensi e per gli effetti della L. n. 47/1948, di procedere alla rettifica dell’articolo pubblicato in data 28/04/2025 e avente quale titolo: “appalti sanitari e universitari pilotati a Catanzaro, la Procura chiude l’inchiesta: gli indagati sono 46 (NOMI)” “dalla fornitura del ciclotrone agli incarichi universitari passando per concorsi sospetti e gare d’appalto <>, coinvolti imprenditori, dirigenti medici e funzionari pubblici”, precisando che la posizione della Dott.ssa Vinci non è riconducibile all’indagine della Guardia di finanza che ha riguardato l’ambito dell’attività di tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo al settore sanitario, finalizzata al contrasto delle forme di illecita gestione delle risorse erariali e delle frodi ai danni dello Stato (appalti e concorsi), rettifica che deve avere lo stesso rilievo dato all’articolo e che deve essere eseguita nei termini e con le modalità indicate dall’art. 8 della L. 47/48.