13 Maggio 2025
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Calabria

Operazione  “Sartoria”,  dirigente medico della “Dulbecco” di Catanzaro patteggia: due anni di reclusione (NOME)

Disposta nei suoi confronti anche la confisca di oltre 200 mila euro derivanti dalle condotte illecite presuntivamente commesse nel settore. La pena è stata sospesa

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro ha disposto l’applicazione della pena su richiesta delle parti nei confronti di Giuseppe Lucio Cascini, docente universitario dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e dirigente medico dell’A.O.U. “Renato Dulbecco”. Il patteggiamento prevede 2 anni di reclusione con pena sospesa e la confisca di 215.095,07 euro, già sequestrati nel luglio 2024, in quanto ritenuti prezzo dei reati a lui ascritti.

La posizione del dottor Cascini è stata definita separatamente rispetto agli altri 46 indagati coinvolti nella maxi-inchiesta “Sartoria”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, impegnato nella tutela della spesa pubblica nel settore sanitario.

I reati contestati: turbativa d’asta, corruzione e truffa aggravata

Nel provvedimento di patteggiamento si fa riferimento ai seguenti reati gravi, tutti commessi da pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni: turbata libertà degli incanti; corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio; truffa aggravata ai danni dello Stato; falsità del pubblico ufficiale in atti pubblici; rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio; emissione di fatture per operazioni inesistenti

L’appalto del ciclotrone e il ruolo centrale di Cascini

Il cuore dell’inchiesta ruota intorno alla gara d’appalto bandita dall’Università “Magna Graecia” con D.D.G. n. 1281/2020 del 3 novembre 2020 per la fornitura di un sistema ciclotrone destinato alla produzione di radioisotopi. Cascini, nella sua qualità di presidente della Commissione giudicatrice, avrebbe: concordato informalmente il capitolato d’appalto con altri soggetti coinvolti, assunto l’incarico nonostante cause di incompatibilità previste dal Codice degli Appalti, tollerato irregolarità documentali in capo alla costituenda ATI MEDICALRAY-TEKNOS, non escluso i concorrenti pur in presenza di inadempienze gravi (contratti di avvalimento tardivi o irregolari).

La gara fu infine aggiudicata proprio al raggruppamento MEDICALRAY-TEKNOS con D.D.G. n. 95 del 29 gennaio 2021, per un importo complessivo di oltre 2,6 milioni di euro, cui si aggiunsero variazioni progettuali per ulteriori 690.000 euro, tese — secondo l’accusa — ad aggirare i limiti di spesa fissati nel capitolato.

Gli accordi corruttivi documentati

Nel corso delle indagini, sarebbe emersa l’esistenza di rapporti corruttivi stabili con diversi soggetti economici e consulenti coinvolti nella procedura. In particolare Cascini avrebbe modificato retroattivamente un verbale di commissione d’appalto. In cambio di modifiche progettuali favorevoli per la gara del ciclotrone, avrebbe ricevuto vantaggi personali, come sponsorizzazione sportiva di 3.050 euro a favore di un’associazione; assunzione di una segretaria personale da parte di MEDICALRAY Srl, formalmente inquadrata come operaia addetta alle riparazioni ma di fatto impiegata per compiti privati presso il dirigente medico; doni natalizi e altre forme di gratificazione economica indiretta.

Un sistema di relazioni opache

Secondo la ricostruzione della Procura, Giuseppe Lucio Cascini avrebbe svolto un ruolo cardine in un sistema organizzato di manipolazione delle gare pubbliche con benefici reciproci tra dirigenti pubblici, consulenti tecnici e imprenditori privati. Il suo patteggiamento, pur non costituendo ammissione di colpevolezza, certifica la solidità del quadro accusatorio sulla base delle risultanze investigative.

Gli altri 46 indagati: l’inchiesta prosegue

La posizione di Cascini è l’unica definita per ora con sentenza. Rimangono in corso le attività giudiziarie a carico di altri 46 soggetti, tra cui Francesco Bonacci, membro della commissione di gara; Pasquale e Bruno Bove, legati alle società MEDICALRAY, TEKNOS e CONTEK; Rosario Punturiero, rup della procedura; Mariano Scalfari e Fiorello Martire, tecnici progettisti e consulenti; Pasquale Granata, agente commerciale; Marco Caruso e Andrea Giannini, soci e amministratori delle società coinvolte. Tutti formalmente indagati a vario titolo per ipotesi di reato connesse alla turbativa d’asta, corruzione e abuso d’ufficio, nell’ambito di presunta gestione distorta della spesa pubblica nel comparto sanitario universitario.

La complessa indagine della Guardia di Finanza

La vicenda processuale trae origine dalla complessa attività di indagine svolta, su delega della Procura della Repubblica di Catanzaro, dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catanzaro della Guardia di Finanza, “nell’ambito della costante attività di tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo al settore sanitario, finalizzata al contrasto delle forme di illecita gestione delle risorse erariali e delle frodi ai danni dello Stato” si legga in una nota diramata dalle Fiamme gialle.

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