È scattata all’alba di oggi un’importante operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che ha portato all’esecuzione di 20 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, false dichiarazioni e altri reati aggravati dal metodo mafioso. Di questi, 13 sono finiti in carcere, mentre 7 agli arresti domiciliari.
In carcere
Custodia cautelare in carcere per Gaetano Roberto Bruzzese 57 anni di Bresso (Milano); Olindo Celeste 41 anni di Cariati; Alfonso Cosentino, 45 anni di Cariati; Rocco Francesco Creolese, 38 anni di Cariati; Giorgio Greco, 61 anni di Cariati; Giulio Graziano, 58 anni di Cariati; Antonio Mangone, 37 anni di Cariati; Aldo Marincola, 41 anni di Cirò Marina; Cataldo Rizzo, 43 anni di Cariati; Fiorenzo Santoro, 48 anni di Rossano; Cataldo Scilinga, 49 anni di Cirò Marina; Salvatore Spagnolo, 34 anni di Cariati; Raffaele Mario Giuseppe Talarico, 65 anni di Cariati.
Ai domiciliari
Ai domiciliari sono finiti Provino Meles, 43 anni di Cariati; Raffaele Meles, 41 anni di Cariati; Guarascio Morise, 57 anni di Cariati; Antonio Russo, 32 anni di Cariati; Ettore Talarico, 71 anni di Cariati; Maria Francesca Talarico, 31 anni di Cariati; Angelina Tavilla, 59 anni di Cariati.
La cosca operava da Cariati con proiezioni in Germania
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, al centro dell’indagine vi è una struttura criminale riconducibile alla ‘ndrangheta attiva nel territorio di Cariati (Cosenza), in grado di condizionare l’economia locale e con ramificazioni fino in Germania, dove operava secondo schemi analoghi a quelli calabresi: territorialità, imposizioni violente e controllo economico.
La rete investigativa: coinvolte sei province italiane
L’operazione è stata condotta dalla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (SISCO) di Catanzaro e dalla Squadra Mobile della Questura, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine. Hanno partecipato le squadre mobili di Cosenza, Modena, Parma, Ferrara e Grosseto, le SISCO di Bologna e Firenze, unità cinofile antidroga e pattuglie dei Reparti Prevenzione Crimine di tutta la Calabria.
Joint Investigation Team con la Germania
Fondamentale è stata la cooperazione giudiziaria internazionale: l’indagine si è avvalsa della costituzione di una Squadra Investigativa Comune (JIT) tra la Procura Distrettuale di Catanzaro, la Procura di Stoccarda e la Kriminalpolizeidirektion di Waiblingen, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e il coordinamento di Eurojust.
Il sistema estorsivo: frutta calabrese imposta agli imprenditori italiani in Germania
Uno degli aspetti più gravi emersi riguarda l’imposizione violenta di prodotti ortofrutticoli provenienti dalla Calabria ad imprenditori italiani residenti in Germania. Le vittime, spesso originarie della zona di Cariati, sono state costrette, anche mediante atti di danneggiamento, ad acquistare frutta calabrese come forma di estorsione transnazionale.
Professionisti coinvolti e reati economici
Tra gli indagati figurano anche professionisti locali accusati di aver partecipato all’organizzazione fornendo supporto logistico e legale: si ipotizzano reati di intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza con minaccia o violenza e falsità documentali, tutti con aggravante mafiosa. L’inchiesta ha evidenziato un sistema criminale articolato e ben radicato nel territorio. Secondo quanto emerso sarebbero coinvolti alcuni avvocati e commercialisti. I professionisti a carico dei quali sono state eseguite misure cautelari si sarebbero resi responsabili di attività di supporto in favore di affilati alla ‘ndrangheta. Le cosche sulle attività delle quali l’operazione ha fatto luce sono, in particolare, quella dei Greco di Cariati (Cosenza) e dei Farao-Marincola di Cirò Marina (Crotone).
Indagini ancora in corso
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, ma secondo il GIP sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, suffragati da intercettazioni, riscontri investigativi, osservazioni sul campo e un’intensa attività di coordinamento tra le autorità italiane e tedesche.