3 Settembre 2025
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Calabria

Diga sul Melito, 260 milioni di euro svaniti nel nulla. La Corte dei Conti: “Opportunità persa per sempre” (VIDEO)

Il procuratore Palma denuncia errori e incongruenze nella gestione della grande incompiuta catanzarese. Per il comandante della Finanza Manno il mancato completamento dell’opera ha colpito i diritti dei cittadini

Un’opera strategica, finanziata con fondi pubblici, progettata per cambiare il volto della Calabria agricola ed energetica, e rimasta ferma per decenni: è questa la storia della Diga sul fiume Melito, un progetto da 260 milioni di euro mai portato a termine. Ora la Procura regionale della Corte dei Conti punta il dito contro le gravi responsabilità tecniche e gestionali, parlando apertamente di un’occasione “irrimediabilmente persa” per l’intero territorio.

“Gestione incongruente delle opere pubbliche”

A parlare è il procuratore regionale della Corte dei Conti, Ermenegildo Palma, che in un video diffuso dalla Guardia di Finanza di Catanzaro non usa mezzi termini: “L’iniziativa che la Procura regionale ha assunto in relazione a quest’opera pubblica strategica per il territorio che è la Diga sul fiume Melito è emblematica di come ci siano diverse incongruenze nel modo di gestire le opere pubbliche nella pubblica amministrazione. È un’occasione per il territorio calabrese che è stata irrimediabilmente persa“.

La mancata realizzazione della diga ha comportato, secondo i magistrati contabili, un danno erariale enorme: oltre 260 milioni di euro di denaro pubblico speso senza che l’opera sia mai diventata funzionale.

“Denaro sottratto al territorio”

Il procuratore Palma aggiunge: “Denaro dei contribuenti che è stato sottratto alla reale disponibilità del territorio, perché destinato a finalità che non sono state produttive. Errori di progettazione, valutazioni sbagliate sull’adeguamento del progetto alle istanze del Servizio Dighe, che prescindono dalle scelte politiche, hanno determinato una stasi nei lavori che poi nel tempo si è trasformata nella definitiva perdita dell’occasione, per la Regione, di un’opera pubblica fondamentale sia per l’agricoltura sia per la produzione dell’energia. Decisivo il contributo della Guardia di Finanza, a cui va il mio plauso”.

Una denuncia durissima, che mette in fila le inefficienze croniche della pubblica amministrazione calabrese e lancia l’allarme su come vengano gestiti i grandi appalti infrastrutturali nel Sud.

Finanza: “Colpiti gli interessi dei cittadini”

Al fianco della magistratura contabile ha operato la Guardia di Finanza di Catanzaro, con un’indagine che ha permesso di ricostruire con precisione la catena delle responsabilità. Il comandante provinciale, Pierpaolo Manno, ha dichiarato: “La mancata realizzazione di un’opera pubblica strategica per il territorio, oltre a determinare un danno indiretto al cittadino che avrebbe dovuto beneficiare delle conseguenti utilità, comporta contestualmente l’individuazione dei connessi profili di responsabilità erariale a carico dei soggetti incaricati dell’esecuzione dell’opera. Profili che la Guardia di Finanza ha individuato operando in stretta sinergia con la Procura regionale della Corte dei Conti della Calabria”.

Un progetto simbolo del fallimento amministrativo

La diga sul Melito doveva essere uno dei pilastri del piano regionale per l’irrigazione agricola e la produzione idroelettrica. Invece, dopo decenni di ritardi, perizie, modifiche progettuali, e soldi spesi, è diventata il simbolo di una macchina burocratica inceppata, capace solo di drenare risorse senza restituire alcun beneficio. Ora la parola passa alla giustizia contabile. Ma intanto, nel cuore della Calabria, resta solo un cantiere abbandonato e centinaia di milioni sprecati.

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