La Corte di Cassazione mette sul processo scaturito dall’operazione “Stammer”, che aveva svelato un presunto traffico di stupefacenti su scala internazionale, con base nel Vibonese e contatti in Colombia, Albania e Nord Italia. Il procedimento scaturito da una maxi-inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha subìto una parziale riscrittura nel giudizio di legittimità.
Le sette condanne definitive
Diventano definitive sette condanne alcune delle quali con riduzioni rispetto a quanto stabilito in secondo grado. Ad Antonio Grillo, 47 anni, di San Calogero, la pena è stata ridotta a 15 anni e 4 mesi, rispetto ai 16 in Appello. Stessa condanna, 15 anni, confermata per il fratello Giuseppe Grillo, 45 anni, sempre di San Calogero. Pena ridotta anche per il padre, Pasquale Grillo, 76 anni: da 14 anni e 6 mesi a 13 anni e 10 mesi. Per Massimo Pannaci, 57 anni, di Vibo Valentia, la pena è stata limata a 15 anni e 4 mesi; per Antonio Varone, 50 anni, di Mileto, confermata a 14 anni e 4 mesi; per Fortunato Lo Schiavo, 54 anni, di Mileto, ridotta da 15 a 14 anni e 4 mesi. Respinto in toto il ricorso di Salvatore Paladino, condannato a 5 anni e 4 mesi, e obbligato anche al pagamento delle spese processuali. Per Franco Greco, 53 anni, di Marcedusa, la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna di un anno inflitta in Appello: reato estinto per prescrizione.
Gli annullamenti con rinvio
Situazione più articolata per Rocco Iannello, 50 anni, di San Giovanni di Mileto, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. Per lui, condannato in secondo grado a 15 anni e 6 mesi, la Suprema Corte ha annullato con rinvio un capo d’imputazione relativo all’importazione di stupefacenti, eliminando la pena aggiuntiva di 8 mesi dovuta all’aggravante ex art. 80 del D.P.R. 309/1990.
Stessa sorte per Osvaldo Edmingo Mena Nunez, 59 anni, di origine dominicana, che dovrà affrontare un nuovo giudizio per una delle imputazioni legate all’art. 74 del D.P.R. 309/90. Per entrambi il fascicolo è stato rinviato alla Corte d’Appello di Catanzaro, ma in diversa sezione.
Le origini dell’inchiesta: dalla Colombia alla Calabria
L’inchiesta Stammer ha preso il via nel 2014 da una comunicazione del National Crime Agency del Regno Unito, che aveva intercettato flussi di informazioni dalla Colombia su un narcotraffico gestito da soggetti italiani. Da lì, gli investigatori hanno ricostruito un sodalizio vibonese impegnato nell’approvvigionamento di marijuana dall’Albania (tramite contatti brindisini) e cocaina dal Sudamerica. Il gruppo avrebbe ospitato a Mileto un emissario albanese, dirottando poi una grossa partita di stupefacente dalla Puglia al porto di Ancona e infine a Milano, dove avrebbe operato una cellula locale.
Tra microspie e collaboratori
Un altro snodo investigativo è rappresentato dalle intercettazioni ambientali in casa di Oksana Verman, ex compagna di Salvatore Pititto, che avrebbe ospitato il colombiano John Peludo. Attraverso quelle microspie, la Guardia di Finanza ha documentato parte delle dinamiche del gruppo finito poi sotto la lente di ingrandimento della Dda di Catanzaro e smantellato con l’operazione denominata in codice Stammer.