Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha accolto l’appello proposto dall’avvocato Giovanni Russomanno nell’interesse dell’imputato Vincenzo Galatà, 27 anni, di Serra San Bruno, revocando la custodia cautelare in carcere e disponendo la sostituzione con gli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato adottato all’esito dell’udienza camerale del 17 dicembre, dal collegio presieduto da Francesco Petrone (a latere Giuseppe Amato e Giuseppe Saverio Santagati). L’ordinanza impugnata era stata emessa il 2 ottobre dal gip del Tribunale di Reggio Calabria.
Arresti domiciliari e braccialetto elettronico
Secondo quanto disposto dal collegio, Galatà potrà espiare la misura nell’abitazione che indicherà al momento della scarcerazione, con applicazione del braccialetto elettronico. Il Tribunale ha disposto l’immediata scarcerazione. A rappresentare Vincenzo Galatà è l’avvocato Giovanni Russomanno, che ha sostenuto l’insussistenza delle condizioni per il mantenimento della misura più afflittiva, richiamando la necessità di una valutazione proporzionata e attuale delle esigenze cautelari.
Il precedente: le decisioni nel filone “Eureka”
La decisione del Tribunale del Riesame si inserisce in un filone giurisprudenziale coerente con quanto stabilito nelle scorse ore, quando lo stesso collegio ha disposto la scarcerazione di Francesco Nesci, 24 anni di Soriano Calabro, Paolo Pellicano, 27 anni di Montepaone, e Gregorio Tassone, 33 anni di Spadola.
In quel caso il Tribunale ha annullato l’aggravamento della misura cautelare che aveva portato all’arresto degli imputati dopo la sentenza di primo grado del maxi processo “Eureka”, nato dall’omonima inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sugli affari della ’ndrangheta nel narcotraffico internazionale.
La decisione del Tdl e il principio giuridico richiamato
Secondo quanto emerge dai dispositivi, il Tribunale ha chiarito che la sola sentenza di condanna di primo grado non è automaticamente idonea ad aggravare la misura cautelare. Un principio più volte ribadito dalla giurisprudenza, che impone una valutazione concreta, attuale e individualizzata delle esigenze cautelari, senza automatismi legati all’esito del giudizio di primo grado.
Che cos’è il processo “Eureka”
Il processo “Eureka” è uno dei principali procedimenti antimafia istruiti dalla Dda di Reggio Calabria. L’inchiesta riguarda associazioni di tipo mafioso e traffici internazionali di stupefacenti, con ramificazioni in Calabria, in altre regioni italiane e all’estero.
Al centro vi sono presunti assetti organizzativi della ’ndrangheta, con contestazioni che comprendono associazione mafiosa, traffico di droga e reati aggravati dal metodo mafioso. Il procedimento coinvolge numerosi imputati ed è articolato in più filoni processuali.












