La Procura regionale della Corte dei conti per la Calabria, guidata da Romeo Ermenegildo Palma con il sostituto Gianpiero Madeo, ha proposto appello contro la sentenza n. 133/2025 della sezione giurisdizionale regionale, che aveva dichiarato prescritta lโazione di responsabilitร nei confronti di Rocco Leonetti, Giuseppe Zimbalatti, Giacomo Giovinazzo e Giancarlo Augello.
Secondo i giudici di primo grado, il presunto danno sarebbe stato giร conoscibile a partire dal 2012, rendendo tardiva lโazione della Procura contabile. Ma per Palma e Madeo, quella decisione ยซรจ viziata da illogicitร e in contrasto con lโevidenza dei fattiยป.
Le origini della vicenda
Il procedimento nasce da una segnalazione del Nucleo Antifrodi dei Carabinieri, secondo cui alcune organizzazioni di produttori ortofrutticoli avrebbero ottenuto, tramite artifizi, indebiti aiuti comunitari. La Regione Calabria, a seguito della segnalazione, emise tre ordinanze-ingiunzione di pagamento (nn. 593, 603 e 605 del 3 ottobre 2011) per un importo complessivo superiore a 4 milioni di euro, nei confronti di societร e soggetti ritenuti responsabili in solido.
Tuttavia, le contestazioni furono notificate quando i termini di prescrizione erano giร spirati e, in parte, con notifiche giudicate nulle. Alcuni destinatari impugnarono gli atti ottenendone lโannullamento in autotutela, altri no. Il danno erariale si sarebbe materializzato, secondo la Procura, solo con la sentenza del Tribunale di Palmi (n. 489/2021), che annullรฒ una cartella di pagamento da 8,2 milioni di euro, ritenendo invalida la notifica degli atti presupposti.
Le accuse della Procura
Per i magistrati contabili, la responsabilitร ricadrebbe sui quattro ex dirigenti del Dipartimento Agricoltura, ciascuno con ruoli diversi: Leonetti come dirigente generale tra 2005 e 2010, Zimbalatti come dirigente generale dal 2010, Giovinazzo come responsabile del procedimento e firmatario delle ordinanze, Augello come dirigente di settore fino al pensionamento nel 2010. Secondo la Procura, le ordinanze furono emesse e gestite con ritardi e irregolaritร tali da compromettere la riscossione dei crediti comunitari, causando un danno alla Regione Calabria.
Il nodo della prescrizione
La sentenza di primo grado aveva stabilito che il danno fosse giร conoscibile al momento delle notifiche irregolari e degli annullamenti in autotutela, quindi dal 2012 o, al massimo, dal 2016. Da qui la dichiarazione di prescrizione e il rigetto delle richieste della Procura. Ma nel suo appello, il pubblico ministero contabile sostiene che il danno erariale si sia reso “concreto e attuale” solo nel 2021, con la decisione del Tribunale di Palmi. Prima di allora โ afferma la Procura โ la Regione aveva ancora la possibilitร di escutere i crediti, avendo iscritto a ruolo le somme nei confronti dei soggetti che non avevano impugnato le ingiunzioni.
Nellโatto di appello, la Procura chiede che la Sezione centrale di appello della Corte dei conti annulli la declaratoria di prescrizione e rimandi il fascicolo al giudice di primo grado per lโesame nel merito delle responsabilitร .