11 Ottobre 2025
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Trojan fuorilegge, la Cassazione smonta l’inchiesta sul traffico di droga a Catanzaro: via tre custodie cautelari

Accolti i ricorsi dei Bevilacqua e di Luana Pappaianni. Sรฌ alla inutilizzabilitร  delle intercettazioni. Nuova udienza per le misure cautelari

Una decisione della Corte di Cassazione, VI Sezione Penale, ha impresso una svolta imprevista all’inchiesta sul traffico di stupefacenti che aveva scosso il quartiere Pistoia e viale Isonzo a Catanzaro. Allโ€™esito dellโ€™udienza camerale di mercoledรฌ, la Suprema Corte ha accolto i ricorsi presentati nellโ€™interesse di Fabio Bevilacqua, di sua moglie Luana Pappaianni (difesi dallโ€™avv. Arturo Bova), e di Cosimo Bevilacqua (difeso dallโ€™avv. Salvatore Iannone).

Lโ€™operazione, scattata nella notte del 28 marzo a opera dellโ€™Arma dei Carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, aveva portato all’arresto di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.

Il “fiume di droga” e la struttura familiare

Secondo l’accusa della Procura Antimafia, il sodalizio criminale aveva una conduzione marcatamente familiare ed era capeggiato da Fabio Bevilacqua. Lโ€™organizzazione avrebbe riversato nella cittร  di Catanzaro un ingente quantitativo di cocaina ed eroina, approvvigionata attraverso vari canali.

La droga veniva poi spacciata al dettaglio, ma prima di ciรฒ, nelle basi logistiche situate nelle zone di Pistoia e viale Isonzo, avveniva il parcellamento e il confezionamento. Sotto le direttive di Fabio Bevilacqua, le donne della famiglia si occupavano di questa fase cruciale, e il successivo spaccio al dettaglio coinvolgeva anche i figli minorenni. La gerarchia criminale vedeva Fabio Bevilacqua come promotore e organizzatore, affiancato e poi sostituito, dopo il suo arresto per lโ€™Operazione Aesontium, dal fratello Cosimo Bevilacqua. Ruoli rilevanti erano attribuiti anche alla moglie Pappaianni Luana (organizzatrice) e alla madre Vecceloque Pereloque Silvana (addetta al confezionamento e distribuzione ai pusher).

La carta vincente del trojan illegittimo

Le indagini della DDA si erano avvalse in modo determinante dellโ€™utilizzo di intercettazioni ambientali e, in particolare, del captatore informatico c.d. Trojan, che aveva permesso di delineare l’esistenza e i ruoli operativi del sodalizio.

Tuttavia, proprio l’uso di questo strumento si รจ rivelato il punto debole dell’accusa. Lโ€™avv. Arturo Bova, nel corso dellโ€™udienza, si era focalizzato sull’inutilizzabilitร  delle risultanze intercettive, sostenendo che il Trojan fosse stato attivato dagli investigatori fuori dai limiti fissati dal G.I.P. con il decreto autorizzativo.

Nonostante le motivazioni della Cassazione non siano ancora state depositate, la tesi difensiva ritiene che sia stata proprio l’eccezione sull’illegittimitร  delle intercettazioni a portare all’accoglimento del ricorso, con un effetto estensivo che ha riguardato anche la posizione di Cosimo Bevilacqua.

Si attende il nuovo giudizio

Adesso l’attenzione si sposta sul Tribunale della Libertร  di Catanzaro, dove sarร  fissata una nuova udienza davanti ad altra sezione. Il collegio sarร  chiamato a un nuovo esame dei presupposti che legittimavano lโ€™emissione della misura cautelare. L’esito di questo nuovo vaglio potrebbe portare alla scarcerazione degli indagati, qualora non siano detenuti per altre cause.

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