Nella Legge di Bilancio 2026 non sono previste nuove risorse per far fronte alla crescente crisi abitativa. Nessun rifinanziamento per il Fondo affitti né per il Fondo morosità incolpevole, strumenti che negli anni passati avevano permesso di sostenere migliaia di famiglie in difficoltà. Parallelamente, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni accelera su una proposta di legge per velocizzare gli sfratti, con l’obiettivo di tutelare maggiormente i proprietari di immobili.
Manovra senza fondi per la casa
La premier Meloni aveva rilanciato l’idea di un “grande Piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie”, annunciato al Meeting di Rimini. Ad oggi, tuttavia, l’unico stanziamento ufficiale ammonta a 660 milioni di euro, distribuiti su più anni e mai realmente avviati.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha promesso che dal 2026 arriveranno nuove risorse dal Fondo Clima e dal Fondo Sviluppo e Coesione, ma senza fornire cifre né scadenze. Secondo l’Ance, sarebbero necessari oltre 15 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per affrontare seriamente la crisi abitativa.
Cedolare secca più alta e “affitti brevi” nel mirino
Nel frattempo, il governo punta a disincentivare gli affitti brevi, prevedendo un aumento della cedolare secca dal 21% al 26% per chi mette in locazione la prima casa tramite portali telematici. L’obiettivo è favorire gli affitti lunghi, calmierando i prezzi e ampliando l’offerta di abitazioni per le famiglie. Su questo punto, tuttavia, la maggioranza è divisa: restano aperte le trattative interne, con alcune forze che chiedono incentivi per i proprietari e non solo penalizzazioni fiscali.
Sfratti più rapidi e nuova Autorità
Il disegno di legge depositato in Senato dal senatore Paolo Marcheschi (FdI) propone una procedura amministrativa speciale per liberare gli immobili in caso di morosità superiore a due mesi, istituendo una nuova Autorità per l’Esecuzione degli Sfratti (Aes).
L’obiettivo dichiarato è garantire tempi certi ai proprietari, spesso costretti ad attendere anni per rientrare in possesso dei propri appartamenti. Ogni anno, nelle grandi città italiane, vengono presentate circa 70mila richieste di esecuzione di sfratto, l’80% delle quali legate alla morosità.
Il grande assente: il Fondo morosità incolpevole
Mentre il governo accelera sugli sfratti veloci, non prevede nuovi fondi per sostenere chi rischia di perdere la casa per cause indipendenti dalla propria volontà. Il Fondo morosità incolpevole, ridotto negli ultimi anni, era stato rifinanziato lo scorso anno con appena 30 milioni di euro per il biennio 2025-2026.
La misura, introdotta nel 2014 con dotazioni ben più ampie, ha subito tagli progressivi: dopo i 50 milioni stanziati dal governo Conte II, è stata azzerata dal governo Meloni nel 2022 e solo parzialmente ripristinata.
Le proposte di Confedilizia e Ance
Nel corso delle audizioni sulla manovra, Confedilizia ha chiesto di eliminare l’aumento della cedolare secca, proponendo invece incentivi per gli affitti a lungo termine. “Se l’intento è favorire gli affitti lunghi – ha spiegato il presidente Giorgio Spaziani Testa – bisogna agire sulla detassazione e sull’abbattimento dell’Imu per i contratti a canone concordato”.
Dall’altra parte, l’Ance ha accolto positivamente l’uso del Fondo Sociale per il Clima, che assegna all’Italia 7 miliardi di euro europei destinati a mitigare gli impatti sociali della transizione energetica. Tuttavia, la presidente Federica Brancaccio ha avvertito: “Servono una governance chiara e un coordinamento nazionale per evitare la frammentazione di competenze e garantire politiche abitative coerenti”.





