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Flotilla sotto attacco: droni e bombe sonore in acque internazionali. L’appello per la sicurezza degli attivisti

La Global Sumud Flotilla diretta a Gaza colpita a sud di Creta. Danneggiate due imbarcazioni, a bordo anche italiani. La Farnesina interviene: "Rispettare il diritto internazionale"

Nel cuore della notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata colpita da un inatteso assalto aereo. Droni, bombe sonore e spray urticanti sono stati utilizzati in una serie di attacchi che hanno messo a rischio la sicurezza delle imbarcazioni e dei loro equipaggi. Si stima che siano stati sferrati tra i dieci e i quindici attacchi, attribuiti con ogni probabilità a Israele, un’accusa che riaccende le tensioni attorno alla missione umanitaria. Nonostante l’intensità dell’attacco, non sono stati riportati feriti, ma i danni materiali sono evidenti. Le imbarcazioni Zefiro e Morgana sono state danneggiate: la Zefiro ha riportato la rottura dello strallo di prua, un elemento fondamentale per il sostegno dell’albero maestro, mentre la Morgana ha la randa – la vela principale – fuori uso. Anche la nave Taigete è stata colpita, ma le prime valutazioni non indicano danni significativi.

La voce degli attivisti e l’illegalità dell’attacco

A bordo della Morgana si trovano anche alcuni cittadini italiani, tra cui la portavoce della Flotilla per l’Italia, Maria Elena Delia. Attraverso i suoi aggiornamenti social, ha denunciato la gravità dell’accaduto, sottolineando come gli attacchi in acque internazionali costituiscano una palese violazione del diritto. “Gli attacchi alle imbarcazioni della Flotilla – ha dichiarato in un video – mettono a rischio la vita di chi è a bordo. Quanto sta accadendo è di una gravità senza precedenti perché avviene nella più totale illegalità”. Gli attivisti della Flotilla, che ribadiscono di non avere armi e di trasportare unicamente aiuti umanitari, vedono questi attacchi come parte di una più ampia strategia per ostacolare la loro missione. “Non abbiamo armi. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno”, affermano in un comunicato. Questa azione notturna segue altri attacchi registrati al largo di Tunisi lo scorso 9 settembre, che gli attivisti avevano etichettato come “operazioni psicologiche”.

L’intervento diplomatico dell’Italia

La notizia dell’attacco ha immediatamente mobilitato le autorità italiane. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, da New York, dove si trova per l’Assemblea generale Onu, ha prontamente contattato l’ambasciata italiana a Tel Aviv. La richiesta è chiara: ottenere informazioni precise sull’accaduto e sollecitare il governo israeliano a garantire l’incolumità di tutti i membri dell’equipaggio. La Farnesina ha ribadito l’appello già precedentemente rivolto a Israele, chiedendo che qualsiasi operazione delle forze armate sia condotta nel rispetto del diritto internazionale e con “un principio di assoluta cautela”.

Il braccio di ferro tra Flotilla e Israele

L’attacco di questa notte rappresenta l’ultimo capitolo del lungo braccio di ferro tra la Global Sumud Flotilla e le autorità israeliane. La Flotilla, composta da 21 navi, punta a raggiungere Gaza per consegnare gli aiuti e “rompere il blocco israeliano”, dopo che due precedenti tentativi a giugno e luglio erano stati bloccati. Soltanto ieri, la Flotilla aveva respinto la proposta israeliana di trasferire il carico di aiuti nel porto di Ashkelon. In un comunicato, gli attivisti hanno messo in guardia contro la “strategia per ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza”, accusando Israele di voler “controllare, ritardare e negare” gli aiuti. “La comunità internazionale – aggiungono – non interpreti le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell’Onu, è parte del genocidio in corso a Gaza”.

 

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