Un gruppo di ricercatori italiani ha fatto luce su errori nascosti nelle cellule, studiando il comportamento delle proteine, fondamentali nanomacchine che regolano il ciclo biologico della cellula. La ricerca, condotta dall’università di Trento in collaborazione con l’università di Milano-Bicocca, ha rivelato che alcune modifiche chimiche – in particolare la fosforilazione – possono avvenire già durante la sintesi delle proteine, in stati intermedi detti “stazioni di sosta”.
Come funziona la fosforilazione nascosta
Ogni secondo, milioni di proteine vengono prodotte sotto forma di catene di amminoacidi che devono ripiegarsi correttamente per funzionare. Tradizionalmente, la fosforilazione veniva considerata un processo che avviene solo dopo che la proteina ha assunto la forma finale, in punti accessibili sulla sua superficie. Lo studio italiano mostra invece che circa un terzo delle proteine umane possiede siti di fosforilazione nascosti, dove gli enzimi possono intervenire prima che il ripiegamento sia completato.
Questo meccanismo può funzionare come un controllo qualità: se una proteina impiega troppo tempo a ripiegarsi, viene “taggata” chimicamente per decidere se conservarla o eliminarla. Analizzando database di mutazioni tumorali, i ricercatori hanno scoperto che alcune modifiche criptiche possono disattivare geni oncosoppressori, favorendo lo sviluppo di tumori.
Un passo avanti nella ricerca genetica
Il lavoro, con il contributo anche di università di Padova, Sissa di Trieste, università di Santiago de Compostela e del Centro agricoltura alimenti ambiente (C3A) di UniTrento, ha ricevuto il sostegno della Fondazione Telethon, che finanzia ricerche sulle malattie genetiche rare. Gli autori, Emiliano Biasini e Pietro Faccioli, evidenziano come questa scoperta apra nuove strade per comprendere il ruolo delle proteine nella salute e nello sviluppo di malattie complesse.